Prato, 20 giugno 2011 - Mattei, il Pd pratese sabato non era alla manifestazione di Peretola. Ma allora da che parte sta?
«C’è un documento approvato all’unanimità dall’assemblea che dice chiaramente che siamo contrari alla pista parallela, non per scelta ideologica ma per gli evidenti effetti ambientali che il progetto avrebbe su Prato e non solo».
Carlesi si è detto dispiaciuto della scelta del partito. Ha ragione secondo lei?
«Quando si fanno battaglie importanti preferisco eccedere che agire per difetto, ma allo stesso tempo so che la posizione della segreteria è molto ferma. I pratesi possono stare tranquilli, il Pd starà dalla parte della città».
Come valuta la posizione della segreteria?
«Qualche settimana fa c’è stato un incontro fra Rossi, Manciulli e una delegazione pratese su Peretola. La riunione è stata aggiornata ed è per questo, secondo quanto detto da Bugetti, che il Pd non ha aderito alla manifestazione, diciamo per una questione di cortesia politica e istituzionale. Comunque Bugetti già in conferenza stampa pronunciò un no molto fermo sulla pista parallela. Da parte mia ho chiesto un aggiornamento degli organi del partito per fare il punto della situazione. Non possiamo ignorare che le presenze al sit in erano tante: c’erano tante sigle politiche che sicuramente non rappresentano una posizione estremista, visto che Udc e Idv non possono definirsi certo partiti sovversivi, ma anche famiglie».
Da Firenze sono arrivate molte critiche al comportamento del Pd pratese. Nardella ha detto che «non si possono difendere nicchie», Renzi è stato ancora più duro: «La posizione pratese non è lungimirante. Comincio a capire come hanno fatto a perdere il Comune dopo 63 anni»
«Non so che idea abbia Nardella delle nicchie, ma questa è la parte della Toscana che produce più reddito col manifatturiero e se oggi la regione ha certi livelli di ricchezza, pur nelle difficoltà della crisi, si deve anche e soprattutto alla nicchia di Prato, che sta dando segnali di forte ripresa. Qui vive il 10% della popolazione toscana, altro che nicchia. Per quanto riguarda Renzi la sua uscita mi ha fatto piacere, perché finora non aveva detto una parola. Finalmente il sindaco di Firenze è uscito, anche se con la sua solita battuta renziana. A chi piace il genere può apparire simpatico, a me pare molto superficiale anche perché la battuta non affronta il problema vero. Renzi ha fatto la campagna elettorale dicendo che avrebbe spostato il rumore da Quaracchi e Brozzi e ha ragione a farlo, ma questo non può voler dire sposto tutto dal mio giardino al giardino dell’altro. Anzi, al Prato dell’altro. Dalle verifiche che stiamo facendo in commissione appare evidente che un nuovo aeroporto con direttrice unica di atterraggio e decollo verso Prato provocherà problemi consistenti da un punto di vista ambientale e, secondo alcuni, anche sanitari tanto che l’Agenzia regionale sanitaria ha suggerito un’attenta valutazione. Poi c’è la posizione di Pisa. Non mi pare si possa ridurre al campanilismo la richiesta del sindaco di indentificare meglio il ruolo di Peretola rispetto a Pisa, perché se dovessimo fare un doppione solo per questioni di campanile allora si aprirebbe una discussione molto seria».
Esistono due Pd, come ha detto il coordinatore del Pdl Mazzoni?
«Mazzoni farebbe bene a sostenere con coerenza la posizione di difesa della sua città, non si è ancora capito dove sta. Non ci sono elementi di divisione nel Pd. Me ne vengono in mente almeno una ventina, invece, all’interno del Pdl e del centrodestra».
Come si muoverà adesso il Pd pratese sul progetto del nuovo aeroporto di Peretola?«Aspettiamo una risposta da parte di Rossi. Appare evidente che la pista parallela è impraticabile per noi, siamo in attesa di un’idea dalla giunta regionale. Se questo non avvenisse si aprirebbe un problema molto serio, politico e istituzionale con una parte della Toscana che non è di poco conto. Rossi ha dichiarato la sua disponibilità ad approfondire e capire le ragioni di Prato, che mi sembrano molto solide. Noi non siamo contro lo sviluppo, siamo la città fabbrica. Ma da qui a dare corso ad uno ‘sviluppismo acritico’ per cui le cose si fanno senza pensare alle conseguenze ne passa. Tra l’altro è un messaggio in controtendenza anche rispetto all’esito del referendum, che ha marcato un punto importante sulla qualità della vita».
Ci saranno dunque altri passaggi istituzionali?
«Il confronto con la gente è un percorso normale per chi governa, a meno che la questione dell’aeroporto non sia la foglia di fico che copre, come qualcuno dice, ma io non voglio pensarlo, un’operazione che avrebbe poco a che vedere con il sistema aeroportuale e molto con il sistema urbanistico: liberando l’attuale pista e rendendo disponibili le aree potrebbe nascere ben altro che la cittadella viola, con annessi e connessi. E non a impatto zero. Ripeto, non voglio pensarlo ma sarebbe assurdo voler fare un aeroporto internazionale per la cittadella viola anche perché più avanti andiamo, più si dimostra che un nuovo aeroporto nel centro di una città metropolitana è una scelta che nessuno fa in altre zone europee. Un motivo ci sarà. E’ talmente complicato realizzarlo dal punto di vista idraulico, ad esempio, che in base a fonti della Camera di commercio di Firenze sembra che la società aeroporto stia studiando un’ipotesi di pista sopraelevata di qualche metro. Sarei curioso di vedere l’impatto della nuova grande muraglia nella piana fiorentina. E’ evidente che il problema è serio e non di campanile».
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