Mercoledì 24 Aprile 2024

Il Papa ai parroci: messe e battesimi gratis. "Giusto, ma non dobbiamo impoverirci"

I sacerdoti rispondono alle parole di Papa Francesco

Papa Francesco

Papa Francesco

Prato, 23 novembre 2014 - «QUANDO cade il soldin nella cassetta, l’anima vola in cielo benedetta». La celebre frase del frate tedesco Johannes Tetzel, a cui nel 1516 fu affidato l’incarico di predicare l’indulgenza bandita da papa Leone X per finanziare il rifacimento della basilica romana di San Pietro, dimostra che il rapporto fra la chiesa e il denaro ha sempre rappresentato un problema. Le parole di Papa Francesco che in questi giorni ha invitato i parroci a non applicare tariffe per la celebrazione di nozze e battesimi non sono quindi del tutto fuori luogo nemmeno nel nostro periodo storico. Non sono poche in tutta Italia le chiese alle cui porte sono affissi veri e propri tariffari dove vengono specificati i prezzi delle celebrazioni, che variano, per esempio, a seconda che durante il matrimonio suoni l’organo o meno. Questo pare non avvenga nella Diocesi di Prato, almeno non pubblicamente. «Nella diocesi di Prato – spiega Don Carlo Stancari della basilica di Santa Maria delle Carceri – nessuna chiesa applica tariffari, chiediamo solo un’offerta di 10 euro per le messe dei defunti. Mi trovo totalmente in sintonia con le parole del Papa».

«Dobbiamo accettare la frustata del nostro Santo Padre – spiega Don Jean Jacques Ilunga della parrocchia di S.Paolo – c’è bisogno di una chiesa povera. Nella mia parrocchia non ci sono tariffe per le celebrazioni di matrimoni o battesimi, accetto le offerte delle persone senza mettere minimi e spesso mi capita di dire messe di suffragio in maniera gratuita, mentre so di altre chiese dove i soldi vengono chiesti. Bisogna anche dire però – precisa Don Ilunga – che le persone devono cambiare mentalità. Per esempio mi è capitato di ascoltare un mio confratello che non è ben considerato dai fedeli perché non accettava le buste durante le benedizioni pasquali, quasi come se senza il denaro la benedizione valesse meno. L’idea della salvezza che si può comprare è sbagliata, bisogna separare i soldi da Dio».

Dello stesso parere Don Serafino Romito parroco di Chiesanuova. «Nella mia chiesa tariffe non ce ne sono, anzi più di una volta la parrocchia stessa ha dovuto ripianare i conti delle celebrazioni. Di sicuro, in termini spirituali, per pagare una messa non basterebbe tutto l’oro del mondo, quindi da noi l’offerta è libera e chi è arrivato ad un tariffario approfittandone ha fatto qualcosa di scandaloso». Nella nostra diocesi ci sono però anche voci fuori dal coro. «Le parole di Papa Francesco sono stare quanto mai inopportune – afferma Don Romano Faldi priore della parrocchia di Santa Maria a Colonica – i preti sono la categoria più povera di tutti i lavoratori. Io prendo 800 euro al mese di stipendio, più 470 euro di pensione perché sono anziano. Quello del santo padre è stato un discorso insultante, sono ormai trent’anni che noi viviamo dignitosamente e gioiosamente nella più grande povertà. Nella mia parrocchia tutte le celebrazioni sono gratuite, anzi in fondo alla chiesa ho attaccato un foglio dove c’è scritto che chi desiderasse deporre un offerta lo può fare purchè non sia possibilmente superiore alle 15 euro, infatti, anche se una persona mi volesse donare 3000 euro ciò che mi resterebbe sarebbero solo quelli». Fra i parroci c’è anche chi sottolinea le spese che le chiese sono costrette a sostenere per ogni celebrazione. «Sono d’accordo con Papa Francesco – afferma Don Santino Brunetti di Maliseti – non bisogna fare affari, ma nemmeno debiti. Molto spesso, infatti, le persone non hanno sensibilità e non donano niente non considerando che per un matrimonio o un battesimo sono necessari corrente elettrica per i fotografi, il riscaldamento, i fiori. Sono però contrario alle tariffe, piuttosto faccio a meno dei fiori».

E se il dibattito si appunta su tariffa sì, tariffa no, alla parrocchia di Bonistallo che fa parte della Diocesi di Pistoia, un gruppo di parrocchiani di autotassa da qualche anno con 5 euro mensili per sostenere le esigenze della chiesa locale.