Tutti contro le panchine, l'ironia corre sul web

Piazza del Comune, in due giorni sono già da pulire. E dall'Ikea ai Lego è un diluvio di battute

Le panchine della discordia (Attalmi)

Le panchine della discordia (Attalmi)

Prato, 29 luglio 2016 - «Se almeno lo sponsor fosse stata la Lego...». Le hanno posizionate solo martedì scorso in piazza del Comune, ma le bianchissime panchine in marmo hanno già incassato colpi da «ko», sotto il tiro incrociato dei social network. Su facebook i cittadini si sbizzarriscono: «che le avete prese all’Ikea?», «quella forma mi stava sul c... anche a Tetris», «se fossero state marroncine, le avrebbero portate via quelli di Asm, come scatoloni del sudicio...».. Il principale destinatario delle critiche e delle battute è l’assessore all’urbanistica Valerio Barberis, che difende la sua scelta così. «Uno dei nostri obiettivi – spiega – è caratterizzare Prato sempre di più come luogo della contemporaneità, in cui i segni del passato e quelli dell’oggi trovino nuove forme di dialogo. Le panchine hanno un’estetica contemporanea, in linea con una serie di elementi che caratterizzano la piazza, come il logo posto all’angolo o la rampa di ingresso al Palazzo Pretorio e, più in generale, con il bellissimo allestimento interno del Museo, che si basa proprio sul dialogo tra l’edificio medievale e una forte espressività contemporanea del progetto architettonico degli interni».

Ma il web è implacabile e le nuove sedute finiscono in un vortice che si autoalimenta minuto dopo minuto. Il giudizio è pressoché unanime: «Brutte e tristi. Peggio non si poteva». Altrimenti ribadito da un altro cittadino: «Se passa i’ bruttaio se le carica su i’ barroccio». Anche le vignette si fanno largo sul web, come quella dove la panchina «incriminata» è utilizzata come una poltrona da parrucchiera con la didascalia: «La zona era buona e il negozio già arredato». Qualcuno ha tentato di difendere il nuovo allestimento nella piazza definendo le panchine «belle, moderne e minimal. Complimenti per la scelta coraggiosa». Ma implacabile arriva la censura: «Ci stanno come il cacio sul pesce».

E c’è fermento anche in Comune, con la consigliera 5 Stelle Silvia La Vita che ha avviato la procedura di accesso agli atti per capire se e come la Soprintendenza abbia concesso il permesso per quest’installazione. Nella prossima seduta del consiglio, lunedì prossimo, presenterà un question time ad hoc. «Tra l’altro quelle panchine sono costate alla collettività 15500 euro – dice la consigliera –, mentre nei giorni scorsi l’assessore aveva parlato solo di 8mila. Oltre tutto, già oggi (ieri, ndr) operai incaricati sono stati a smacchiare le panchine. Un costo ulteriore, da calibrare con la frequenza di queste ripuliture. Forse lasciandole sporche si antichizzeranno...».