Ospedale, oltre cento letti tagliati Si annuncia "un’estate calda"

La Cgil lancia una petizione per richiedere più risorse per l’Asl pratese

L'ospedale Santo Stefano (foto Attalmi)

L'ospedale Santo Stefano (foto Attalmi)

Prato, 16 aprile 2015 - Arriva l'estate e il «Santo Stefano» si trova alle prese con la riduzione dei posti letto nei vari setting ospedalieri per garantire il diritto delle ferie del personale. Saranno un centinaio i posti tagliati contro i 95 dello scorso anno, secondo la proposta stilata dalla direzione aziendale e che mette in allarme i sindacati. In area medica -degenze mediche 3° saranno meno 26 i letti dal 21/06 al 10/09 (-22 nel 2014); meno 24 in chirurgia-degenza dal 10/07 (rimane attività di day surgery e stessa riduzione del 2014). Tagli identici per la chirurgia piano 2° con meno 22 letti dal 31/07 al 10/09, medicina interna pediatrica con meno 8 letti dall’1/06 al 10/09, day surgery-chirurgia ambulatoriale meno 15 letti dall’1/08 al 31/08, sub intensiva con meno 4 letti dall’1/06 al 30/09. A questi va aggiunto l’assetto di oncologia che passerà da 14 a 10 posti letto nel periodo luglio/agosto a favore di disponibilità per la geriatria.

C’è poi il settore convenzionato con Villa Fiorita: meno 18 letti in convenzione per la riabilitazione dal 2/08 al 31/08 (-14 nel 2014) mentre rimangono attivi i 20 per la bassa intensità di cura (nel 2014 ne erano stati tagliati 6). «È un problema che si ripresenterà sempre fino a che a Prato, attualmente al penultimo posto in Toscana per la spesa sanitaria pro capite per abitante, non saranno destinate più risorse per aumentare la quota capitale – afferma Sandro Malucchi della Fp Cgil – Anche il rapporto fra abitanti e personale sanitario è inferiore e si attesa su 1,04 addetti ogni 100 abitanti, mentre la media regionale si attesta su 1,32 operatori ogni 100 abitanti. Con ogni probabilità con risorse maggiori l’antipatica chiusura di posti letto verrebbe evitata».

La Cgil, che da mesi sta studiando la situazione sanitaria locale e le sue emergenze, ha elaborato una piattaforma welfare socio-sanitaria che presenta con una petizione al sindaco e al presidente del consiglio comunale pratesi «affinchè la possano promuovere in Regione perché il governo regionale possa liberare risorse per riportare il territorio pratese agli stessi livelli occupazionali e agli stessi impegni pro capite delle altre province toscane – aggiunge Lorenzo Pancini della Cgil –L’iniziativa rientra in quella nazionale ‘Salviamo la salute’. Chiediamo una maggiore equità nella ripartizione delle risorse».

Pancini presenta un corposo dossier con le proposte della Cgil: «Ci vogliono 8-10 milioni di euro ogni anno – prosegue – su cinque priorità che faremo conoscere in sette assemblee. Il potenziamento e la ristrutturazione dei presidi distrettuali, la riqualificazione dei punti di primo soccorso, l’individuazione di 4 case della salute (Prato, Vallata, Montemurlo, Comuni Medicei), portare a 24 i letti per le cure intermedie, portare a 40 quelli di bassa intensità di cura, potenziare l’assistenza domiciliare integrata e le Rsa (pochi giorni fa sono state confermate le 30 quote aggiuntive alle 590 attribuite a Prato, ndr) e infine il rafforzamento del pronto soccorso con l’introduzione sperimentale del medico di famiglia e di un infermiere territoriale per 12 ore, come già succede a Pistoia».