«Ora valuterò se chiedere i danni»

L’ex presidente Valore, Giovanni Valentini, dopo l'assoluzione dall'accusa di corruzione: «Dovevo investire solo qui. Spero che la cementizia riparta»

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Prato, 27 febbraio 2015 - Assolto dall’accusa di corruzione perché il fatto non sussiste. L’architetto Giovanni Valentini, ex presidente della Valore, la società titolare fra gli altri beni dell’ex cementizia, dell’area di Chiesanuova dove avrebbe potuto nascere il nuovo stadio e di un maxi complesso in via Filzi, il giorno dopo la sentenza con rito abbreviato del gup di Lucca Silvia Mugnaini dice di non «avere vendette da consumare», ma è pronto a chiedere i danni per quattro anni d’inferno. Anni nei quali la società è fallita, ricorda, «principalmente per un sequestro cautelare progressivo su tutti i beni per 18,5 milioni su un profitto mai avvenuto».

Architetto Valentini, come si sente dopo la decisione del gup?

«Alcune vittorie assomigliano alle sconfitte, perché questa vicenda ha segnato le persone e la società. Una cosa, però, adesso è chiara a tutti: non sono un corruttore».

Proprio nessuna polemica?

«Voglio citare soltanto il mio amico avvocato difensore. Mi ha detto che hanno fatto di tutto per togliermi quello che avevo, e in effetti mi hanno tolto tanto, ma hanno dovuto ridarmi l’onore».

Come ha vissuto questi quattro anni?

«Ho avuto una famiglia meravigliosa e tanti amici, anche quelli che non ti aspetti. Ci sono state persone, che voglio ringraziare, che hanno continuato a credere in me affidandomi progetti e anche gli enti pubblici non mi hanno mai chiuso la porta in faccia. Credo che anche questo sia il frutto di una vita e di una storia».

C’è mai stato un momento in cui si è sentito scoraggiato?

«Mai, perché ho sempre avuto la certezza di essere una persona perbene, non ho mai dubitato di me stesso e non ho mai smesso di credere nella giustizia».

Che idea si è fatto dell’inchiesta lucchese sugli appalti (per lo stadio e altre aree) che è stata demolita dalla sentenza di assoluzione per tutti gli imputati?

«Diciamo che ho capito tutto quello che è accaduto».

Ovvero?

«Ieri in tribunale (mercoledì, ndr) ho assistito ad un comizio politico senza nessuna prova, dove si è invitato il giudice a capire che l’Italia è un paese corrotto senza fatti concreti. Il gup ha dimostrato grande coraggio ed ha riconosciuto che stavamo parlando di niente. Ha applicato la giustizia».

Pensa di chiedere i danni?

«Valuterò se chiedere i danni e a chi»

Che cosa le resta di questi quattro anni?

«Ci sono stati due tipi di danni, quelli personali e quelli della società. Mi dispiace molto per i miei soci che ho danneggiato indirettamente, per i miei fornitori abituali e per i clienti della Valore».

Che cosa ne sarà secondo lei dei progetti della società?

«La Valore si occupava di piani di recupero, dunque il blocco dell’attività ha fermato anche la riqualificazione di edifici e zone della città. E’ vero che la Valore aveva i suoi problemi, come tutte le grandi società, ma avrebbe potuto uscirne».

Che cosa ne sarà secondo lei della cementizia?

«Spero davvero che qualcuno faccia un’offerta alla curatela. Il piano attuativo è ancora valido e le possibilità funzionali sono molte. Può rappresentare un momento di rinascita della città».

C’è qualcosa di cui si è pentito in questi anni?

«Di non aver completamente investito a Prato, di sicuro non riproporrei il progetto dello stadio a Lucca. Anzi, con Lucca ho chiuso».

E con Prato?

«Sto pensando di fare diverse cose, ma parlarne ora è prematuro».

Chi l’ha delusa di più?

«Qualcuno c’è stato, ma bisogna scusarlo perché è umano. Non odio nessuno».