Strangolò Grazia Maranghi: "Era lucido quando la uccise"

Il pm ha chiesto 14 anni per il marito Sergio dopo una nuova perizia/ LE IMMAGINI DEL RITROVAMENTO

Grazia Maranghi con il marito Sergio in un momento felice

Grazia Maranghi con il marito Sergio in un momento felice

Prato, 26 settembre 2014 - Sergio Maranghi è «imputabile». Tradotto in parole povere l’uomo, 87 anni, era capace di intendere e di volere quando un anno fa strangolò sua moglie, Grazia Maranghi Centauro, 81 anni, mentre dormiva nel suo letto. E’ questa la novità emersa ieri nel processo, in rito abbreviato, a carico di Sergio Maranghi accusato di omicidio volontario. Il giudice, Angela Fantechi, ha disposto una nuova perizia e ieri è stato ascoltato il medico. Da quanto è emerso, l’anziano sarebbe stato «lucido e capace di intendere» quando nella notte ha strangolato la moglie nel loro appartamento di via Guasti 8, in pieno centro storico. Un fatto che sconvolse tutti perché Grazia Maranghi era una donna conosciutissima negli ambienti bene della città in virtù delle sue boutique di abbigliamento da signora che fecero epoca negli anni Sessanta non solo a Prato a ma anche a Pistoia e a Forte dei Marmi.

La nuova perizia richiesta dal giudice ha ribaltato il quadro accusatorio: nella perizia disposta un anno fa dal pm, Benedetta Foti, ed eseguita subito dopo il fatto, il medico aveva sostenuto la seminfermità mentale dell’uomo al momento dell’omicidio della moglie. Dopo l’esame del perito ieri in aula, la parola è passata al pubblico ministero per le conclusioni: il pm ha chiesto una condanna a quattordici anni per omicidio volontario in virtù dello sconto di un terzo della pena perché in abbreviato e considerando le attenuanti generiche. L’udienza con l’audizione del perito è stata molto lunga, quindi il giudice ha rinviato il processo con la conclusione del difensore, l’avvocato Cristiano Toraldo del foro di Prato, e per la sentenza alla prossima settimana.

Grazia Maranghi è stata uccisa dal marito nella notte tra il 12 e il 13 settembre dell’anno scorso. La donna era appena rientrata dall’ospedale dopo una lunga degenza per malattia. L’uomo — raccontarono alcuni vicini — era molto preoccupato dal ritorno della moglie. Nei giorni precedenti aveva chiamato con insistenza il tuttofare di famiglia per far eliminare gli spifferi dalle finestre della camera e la colf perché tirasse tutto a lucido e rendesse l’ambiente salubre e confortevole. Gli anziani coniugi stavano insieme da una vita: lui era professore di Matematica, lei lavorava con i suoi negozi di moda. Negli ultimi anni vivevano con la figlia Laura nell’appartamento del centro storico.

E’ stata proprio lei ad accorgersi della morte della mamma. Durante la notte sentì il padre in cucina che diceva «l’ho soffocata io o ha fatto da sola?». Laura sconvolta corse a controllare la mamma, ma la trovò morta nel letto nella stessa posizione in cui l’aveva messa a dormire la sera precedente. La figlia chiamò subito i soccorsi. In via Guasti arrivarono, oltre all’ambulanza, anche i carabinieri. Nell’immediatezza del fatto Sergio disse ai militari che era stato lui a soffocarla, poi ritrattò. Dall’autopsia è emerso che la donna era stata strangolata. Sergio Maranghi si trova a tutt’oggi ricoverato in una struttura sanitaria protetta.