Meccanotessile: scatta lo sciopero. ‘Stipendi al palo, la crisi un pretesto’

Oggi fermo di quattro ore a fine turno e presidio in piazza del Comune

I rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil  hanno illustrato  i motivi dello sciopero in programma oggi con presidio in centro

I rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil hanno illustrato i motivi dello sciopero in programma oggi con presidio in centro

Prato, 28 luglio 2016 - Braccia incrociate dei metalmeccanici delle aziende aderenti al contratto collettivo nazionale di Federmeccanica. Le tre sigle sindacali Fim­Cisl, Fiom­Cgil e Uilm hanno proclamato per oggi uno sciopero generale territoriale per chiedere il rinnovo del contratto per tutti i lavoratori e hanno quindi deciso un fermo nelle quattro ore finali di ogni turno. Alla protesta si accompagnerà, dalle 14.30 alle 16.30, un presidio in piazza del Comune, durante il quale i rappresentanti sindacali saranno ricevuti dal sindaco Matteo Biffoni e dall’assessore alle politiche economiche Daniela Toccafondi. Permane inoltre lo sciopero dello straordinario e della flessibilità, indetto a fine maggio a livello nazionale.

Obiettivo della protesta è sbloccare definitivamente la trattativa con Federmeccanica, iniziata nel novembre 2015 e risoltasi al momento con un nulla di fatto, nonostante i 17 incontri tra le parti avvenuti nei mesi scorsi. «E’ fondamentale ridare valore al contratto nazionale, che deve essere uguale per tutti i lavoratori metalmeccanici, indipendentemente dalle aziende dove lavorano, dalle dimensioni di queste aziende e dal territorio dove operano ­ ha spiegato Manuela Marigolli di Fiom­Cgil ­. Temiamo che la crisi sia stata strumentalizzata e utilizzata come pretesto per diminuire tutele e salari, in nome di un rilancio economico di cui hanno sinora beneficiato in pochi».

Federmeccanica inoltre vorrebbe applicare l’aumento salariale soltanto ai lavoratori che hanno il contratto base, per il restante 95% non è prevista nessuna variazione. Una posizione che preoccupa le categorie sindacali. I lavoratori interessati nella provincia di Prato nel settore metalmeccanico sono circa 1000. «Le aziende del meccanotessile pratese stanno lavorando bene, la ripresa si è verificata soprattutto sul fronte esportazioni. Ancora difficile, invece, la situazione per gli impiantisti, legati alla crisi dell’edilizia che ancora perdura – ha aggiunto Cora Prussi di Fim­Cisl ­. Cercare di svuotare la contrattazione nazionale per portarla al secondo livello equivale a snaturare il contratto nazionale. E’ inoltre necessario rivedere gli inquadramenti, che sono fermi al 1973».

«Vogliamo far presente anche al governo locale questa situazione che coinvolge un migliaio di lavoratori del nostro territorio – ha concluso Davide Materazzi della Uilm ­. Se il contratto nazionale viene ribaltato, come stanno cercando di fare, il rischio è veder prevalere il modus operandi della contrattazione individuale, con ricadute pesanti sia sulle condizioni economiche degli operai che dell’intera comunità”.