Caso Chiatti, il mostro esce dal carcere; i genitori dei bimbi uccisi: "Lo Stato è incapace"

Condannato per i delitti di Lorenzo Paolucci e Simone Allegretti, l'uomo ha scontato la sua pena. Andrà in una struttura che sostituisce gli istituti psichiatrici giudiziari, da poco aboliti. Chiatti andrà in Sardegna

Luigi Chiatti

Luigi Chiatti

Prato, 4 settembre 2015 - La fine della sua pena coincide con le polemiche. Lui, Luigi Chiatti, oggi 47 anni, l'uomo che uccise due bambini, il mostro di Foligno che portò l'orrore in Umbria. Uccise due giovanissimi proprio in Umbria. Confessò i suoi delitti. Un maniaco che fu condannato prima a due ergastoli poi, per la semi-infermità di mente, a trent'anni, ridotti per la buona condotta e altri sconti. Sembra passata una vita da quel 28 dicembre 1994, quando l'uomo venne condannato per i delitti di Simone Allegretti, 4 anni, e Lorenzo Paolucci, 13. Da allora ha scontato la sua pena a Prato, al carcere della Dogaia, che ha un braccio specifico per i condannati per reati di pedofilia. Ma adesso dell'orco si torna a parlare.

Luigi Chiatti ha scontato la sua pena. La sentenza aveva previsto che, dopo la fine della condanna, sarebbe andato in un ospedale psichiatrico giudiziario per almeno tre anni. Questi tre anni Chiatti li sconterà in realtà in una Rems, acronimo di Residenza per le misure di sicurezza. Si tratta dell'istituzione che sostituisce l'ospedale psichiatrico giudiziario, abolito con una recente riforma. E adesso la sua vita sarà in Sardegna, in provincia di Cagliari. Ma le polemiche divampano. Il mostro potrebbe uccidere ancora.

Le famiglie di Simone Allegretti e Lorenzo Paolucci, le vittime del «mostro di Foligno», «temono che il trasferimento di Luigi Chiatti in Sardegna, all'interno di una residenza sanitaria, costituisca un mero ripiego». A sottolinearlo è il loro legale, l'avvocato Giovanni Picuti. «Il fatto che si sia scelta un'isola - sostiene Picuti - dimostra i timori del magistrato in ordine alla concreta possibilità di recidiva, ma non risolve il problema. L'Ordinamento, prima di sperimentare la guarigione dei criminali psichiatrici, ha il dovere di garantire il loro internamento e l'incolumità delle persone. Siamo di fronte alla manifesta incapacità dello Stato di porre in atto provvedimenti di corretta politica giudiziaria - conclude l'avvocato Giovanni Picuti -, così come ragionevolmente auspicati dalla generalità dei cittadini».

L'evidenza è che Chiatti è ancora socialmente pericoloso. Potrebbe ancora uccidere una volta uscito. Per questo, indicano i legali dei genitori delle vittime, si sarebbe scelta una struttura sull'isola. E il papà di Lorenzo Paolucci ha espresso il desiderio di parlare con Luigi Chiatti. «Direi a Chiatti - ha detto Luciano Paolucci all'Ansa - di togliersi di dosso tutte le brutte cose della vita, tutte le difficoltà che ha incontrato. Non c' è bisogno di uccidere...».

«Andrà in un luogo di cura, dove si occuperanno di lui psichiatri, psicologi, infermieri e tecnici di riabilitazione. Comunque mi sento di escludere il rischio che possa commettere altri reati, perché in casi simili le recidive sono rarissime».

Così Beppe Dell'Acqua, docente di psichiatria sociale all'università di Trieste, patria di Franco Basaglia, commenta il trasferimento di Luigi Chiatti dal carcere a una Residenza per l'esecuzione delle misure di sicurezza (Rems). «Smettiamola di chiamarlo 'mostrò, è un luogo comune. I mostri sono nelle favole. Parliamo di una persona che non può più fare paura, vive una tragedia interiore devastante da 25 anni. Gli omicidi che ha compiuto sono la sua maledizione»