La tragedia di Bilancino. Jenny, la morte è ancora un giallo: pool di esperti per la verità

La famiglia della ragazza uccisa ha assunto il Gruppo Mazzini di Padova specialista nei casi di delitti NASTRI ROSSI CONTRO LA VIOLENZA AI FUNERALI / LA MADRE DI DANIELE: "MIO FIGLIO NON ERA UN ASSASSINO"/ "HANNO LITIGATO POI SONO SPARITI"/ TROVATA MORTA A BILANCINO / I PROTAGONISTI DELLA TRAGEDIA - FOTO / IL LUOGO DEL RITROVAMENTO DEL CORPO DI JENNIFER- FOTO / L'AUTO DELL'AMICO FUORI DAL CAPANNONE DOVE E' STATO TROVATO IMPICCATO - FOTO

Tragedia a Bilancino: la vittima Jennifer Miccio e il presunto omicida-suicida Daniele Baiano

Tragedia a Bilancino: la vittima Jennifer Miccio e il presunto omicida-suicida Daniele Baiano

Prato, 20 agosto 2014 - LA VERITA’ sugli ultimi istanti di vita di Jennifer. Capire esattamente cosa è successo quella maledetta notte tra Ferragosto e sabato a Bilancino. Per questo la famiglia di Jennifer Miccio, la trentenne uccisa a Bilancino da Daniele Baiano, ha dato incarico a una società di Padova, il Gruppo Mazzini, perché l’assista a 360 gradi: i professionisti veneti sono infatti specializzati in casi di morte violenta, dall’infortunistica stradale agli omicidi, grazie al lavoro di avvocati, medici legali, esperti dei vari settori. Il Gruppo Mazzini ha già incaricato dei consulenti tecnici e dei medici legali per ricostruire la dinamica dei fatti. Non hanno partecipato all’autopsia perché hanno ricevuto l’incarico proprio in contemporanea con lo svolgimento degli esami autoptici a Careggi. Oltre al penalista che seguirà la parte giudiziaria, la famiglia potrà dunque avere l’assistenza sul fronte medico-legale per eliminare i dubbi sul caso.

E’ DIFFICILE, infatti, se non impossibile, ricostruire l’esatta dinamica degli ultimi istanti di vita di Jennifer. I particolari che emergono dall’autopsia forniscono però le tessere di un puzzle che gli inquirenti cercheranno di mettere insieme, anche se la morte dell’assassino di fatto rende il caso chiuso. Il medico legale ha confermato i capisaldi della vicenda, quelli sui quali non c’erano dubbi fin dall’inizio: i segni di investimento con l’auto e il suicidio per impiccagione di Baiano. Ma l’esame sui corpi ha messo in luce altri particolari agghiaccianti: i carabinieri hanno sequestrato una pietra sporca di sangue, che potrebbe essere stata utilizzata da Jennifer come estremo atto di difesa dalla furia di Daniele. Il che potrebbe anche spiegare la vistosa ferita triangolare sulla fronte dell’uomo, che aveva anche altri segno sul corpo, segni da arma bianca autoinferti, pare da una lancia. Ma fare harakiri è estremamente raro come metodo di suicidio: serve una determinazione incredibile, perché l’istinto di sopravvivenza quasi sempre impedisce di pugnalarsi all’addome. Ecco perché poi Baiano si è impiccato, quando ormai non era più capace di tornare indietro. Una scelta impulsiva: non una chiamata, un messaggio d’addio, un biglietto che spiegasse il gesto o chiedesse perdono. L’impulso di farla finita, forse dopo aver realizzato quello che aveva fatto, era troppo forte e la strada tracciata. Per lui non c’era più speranza di salvezza. MA C’E’ DI PIU’: il referto delmedico legale parla anche di segni di strangolamento.

A provocarli potrebbe essere stato lo stesso foulard che la ragazza indossava. Forse prima di scendere dall’auto ed essere investita, forse dopo per portare a termine la missione omicida e aver simulato poi un incidente, investendola: c’è anche questa ipotesi. Ma forse poco importa: è il quadro complessivo che non lascia dubbi sull’omicidio-suicidio. ANCHE se il movente a questo punto non pare determinante, questo non significa che non saranno fatti dei tentativi per capire meglio cosa sia successo nei giorni precedenti il delitto. Ad aiutare i carabinieri e il pm Gianni Tei potrebbero esserci i risultati della perizia su una chiavetta Usb trovata nella Punto di Baiano, ma ancora di più i tabulati telefonici. Potrebbero aiutare a ricostruire eventuali scambi di messaggi o telefonate tra i due. Infatti c’è un particolare che rende tutto ancor più sconvolgente: ci sarebbero almeno tre chiamate in uscita effettuate fra le 4 e le 4,20 dal cellulare di Jennifer, probabilmente rivolte a amici che si trovavano ancora alla discoteca Bahia di Bilancino, ma quelle chiamate non hanno ricevuto risposta perché la suoneria dei telefonini non si poteva sentire in mezzo al frastuono della musica. Voleva chiedere aiuto prima della tragedia? Certo è strano, se la ricostruzione fosse confermata, che in seguito proprio alcuni amici abbiano visto i due in auto all’uscita della discoteca e non abbiano capito che la ragazza fosse in difficoltà, se lei stessa aveva telefonato per avere soccorso poco prima.