La città piange Roberto Palma

Il ritratto del presidente di Mcl e Panathlon. Domani i funerali

Roberto Palma durante una premiazione

Roberto Palma durante una premiazione

Prato, 26 agosto 2014 - Se n'è andato ieri all’improvviso, lasciando sulla scrivania gli appunti di chissà quanti progetti pensati per la sua città. Era fatto così Roberto Palma. E cercare di ricordare oggi tutto ciò che è stato per Prato è difficile, tante sono state le sue passioni. Perché di passione si tratta, di amore e dedizione autenticamente disinteressata combinata sempre ad un impegno attivo e ad una capacità di fare gruppo, di mettere insieme persone, fossero parte di compagini sportive o gruppi d’arti figurative o dell’impegno sociale. O musicali.  Il suo impegno aveva la caratteristica della concretezza e determinazione. Appassionato di pittura, ebbe l’idea del “Cepac”, il centro di arti figurative nella piazzetta del Collegio Cicognini fin dagli anni ’60. Portò l’arte nelle strade di Luicciana e Cantagallo con esposizioni diffuse. Nello sport è stato altrettanto impegnato, in passato da vice presidente della Centromatic e presidente del Panathlon, organizzando al Politeama Pratese appuntamenti singolari che gettavano un ponte tra cultura e agonismo; non a caso si chiamavano “Fair Play”. E non è per caso che nel 2003 volle chiamare “Gran Gala dell’Amore” uno spettacolo di intrattenimento al Metastasio organizzato dalla sua Mcl, l’associazione di impegno sociale cui ha dedicato la vita e che presiedeva. Perché era davvero l’amore per la sua città la molla del “suo fare”.  Oggi diciamo che l’opera lirica è ritornata in città, nella Pratoestate al Castello; ma la prima volta fu a luglio del 2006, quando Roberto Palma con “OperAltrA” e “Terrena”, riuscì a convincere tutti che l’opera era possibile: “Il barbiere di Siviglia” conquistò per la prima volta il Castello dell’Imperatore.

La salma è esposta alle cappelle del commiato della Misericordia, domani alle 16 i funerali nella chiesa di Galcetello.

Goffredo Gori