Toccafondi vuole chiudere le sedi periferiche, accordo in extremis

L'ex patron del Prato vuole concentrare tutto a Bergamo

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Prato, 28 ottobre 2014 - Un sospiro di sollievo, almeno per un anno. Nella sede di Roma dell’associazione datoriale Fedit, la Federazione italiana trasportatori, ieri nel tardo pomeriggio è stato sottoscritto l’accordo per il a Calenzano, in via degli Olmi, almeno fino al novembre 2015, della sede della Koiné, azienda che si occupa di trasporti e logistica che aveva annunciato la chiusura di tutte le sedi in Italia per mantenere solo quella di Madone in provincia di Bergamo. La Koiné fa capo all’ex presidente del Prato Toccafondi. "Ci siamo incontrati, come sindacati confederali, con la direzione aziendale della Koiné- ha spiegato Gabrio Guidotti della Filt Cgil regionale presente al tavolo con Antonio Rizzo della Filt Cgil provinciale - chiedendo di mantenere la sede di Calenzano con 65 autisti e 19 impiegati. Dopo lunga contrattazione, siamo riusciti a sottoscrivere l’accordo per il mantenimento dell’azienda a Calenzano per un anno legato ad un aumento di produttività e redditività. Non è una soluzione definitiva ma, per come erano messe le cose, l’accordo può essere condiviso dai lavoratori. Domani (oggi ndr) è fissata un’assemblea nella sede di via degli Olmi per illustrare ai dipendenti i termini dell’accordo e per sentire che cosa pensano".

Ieri, la preoccupazione era palpabile: davanti ai cancelli c’è stato un presidio organizzato dalla Fao-Cobas Federazione Autisti operai cui la Cgil non ha aderito.

"Abbiamo dato vita alla manifestazione- ha spiegato ieri mattina durante l’iniziativa Roberto Gabriele della Fao- perché la direzione aziendale ci ha comunicato, a voce e senza alcun documento scritto, la volontà di chiudere le sedi periferiche in Italia della Koiné e di trasferire tutto il personale a Madone: ipotesi inaccettabile: tutti noi, infatti, viviamo in quest’area, abbiamo qui le famiglie, i figli a scuola, mutui non potremmo trasferirci in Lombardia: fra l’altro l’anno scorso 30 autisti di Calenzano erano già stati trasferiti a Fiumicino con enormi disagi. Se sarà confermata la chiusura di Calenzano, arriveremo anche a occupare l’azienda". Scenario che ora dovrebbe essere scongiurato.

Sandra Nistri