Ginnastica ritmica, niente medaglie agli Europei per l’Italia di Marta Pagnini

In Israele una débacle nelle finali di specialità

Le Farfalle a Holon, Israele

Le Farfalle a Holon, Israele

Holon (Israele), 20 giugno 2016 - A scorrere le classifiche delle finali di specialità degli Europei di Holon, in Israele, viene da pensare di aver sbagliato qualcosa. Non che la ginnastica ritmica sia una scienza esatta, ma che la Russia sia ultima con 15.991 e l’Italia penultima con 16.766 nella finale ai due cerchi e 6 clavette e che in quella ai nastri le farfalle azzurre campionesse del mondo di specialità nel 2015 siano terz’ultime è qualcosa di incredibile. E non sorprenda che Israele, padrona di casa, sia medaglia d’oro a cerchi e clavette: hanno meritato il podio.

Si chiude così questo strano europeo preolimpico di Holon, con l’Italia guidata dalla pratese Marta Pagnini che torna a bocca asciutta. Non succedeva da 13 anni. Un vero blackout, ma come ha ricordato il presidente federale Riccardo Agabio, pratese d’adozione da tanti anni, quello che conta è il concorso generale perché a Rio 2016 non ci saranno le finali di specialità, ma solo l’all-around. E nel concorso generale, in Israele, l’Italia è rimasta sì al palo (quarto posto) ma comunque lassù a lottrare con le migliori.

Ricapitolando, Italia settima a cerchi e clavette (oro Israele, poi Spagna e Bulgaria) e sesta ai nastri (oro alla bielorussia davanti a israele e Spagna).

«Una giornata storta può capitare anche ai migliori – ha detto il presidente Agabio nel suo discorso finale alla squadra allenata da emanuela Maccarani – Avete gli esercizi migliori e ci avete lavorato tanto. Certo non bisogna sbagliare, ma nello sport, a volte, accadono cose che la ragione fa fatica a spiegare».

«Non vi ho mai visto sbagliare così neppure in allenamento. Sono stati errori banali, difficilmente spiegabili – ha proseguito Agabio, che a Holon era anche capo delegazione – e per questo vanno subito archiviati. Come nel gioco del domino dopo la caduta di una, siete cadute tutte quante. Le giornate nere capitano, lo stesso discorso lo staranno facendo nello spogliatoio della Russia. Dimenticate in fretta questo Europeo, perché l’obiettivo è Rio de Janeiro. Deve rimanere in voi la convinzione che potenzialmente siete in grado di batterle tutte. Le composizioni delle altre, seppur di valore, non valgono quelle create dalla nostra Maccarani, che sono la fine del Mondo. In pedana però ci andate voi, e non dovete fare la fine dello studente preparatissimo che per l’emozione fa scena muta». E ora tutte a Follonica per tornare a lavorare e prepararsi per gli ultimi appuntamenti prima di Rio: le tappe di Coppa del Mondo a Baku e Kazan.

Luca Boldrini