Attentato di Palazzo Chigi, Giangrande torna a casa dopo l'operazione; forse l'incontro col Papa

Contatti tra il Vaticano e il maresciallo che rimase gravemente ferito

Per Giangrande un gradito ritorno a casa

Per Giangrande un gradito ritorno a casa

Prato, 21 settembre 2015 - «Ho tanta energia e questa volta posso dire di sentirmi più forte di prima, più forte di quando sono entrato in ospedale a Careggi». Ha uno spirito di ferro Giuseppe Giangrande, il maresciallo dei carabinieri ferito il 28 aprile del 2013 davanti a Palazzo Chigi nel giorno dell’insediamento del Governo Letta. Per la terza volta da quando i proiettili esplosi da Luigi Preiti lo hanno costretto su una sedia a rotelle è tornato a casa dopo un’operazione e una lunga degenza in ospedale, una degenza trascorsa questa volta a Careggi dove era in cura all’unità spinale.

Giangrande la scorsa primavera fece un controllo di routine a Firenze, ma anziché tornare a casa venne ricoverato per la presenza di una brutta piaga sull’osso sacro. E’ stata necessaria un’operazione che lo ha costretto a rimanere in ospedale per altri cinque mesi dopo la lunga permanenza nella clinica specializzata di Montecatone (Imola) negli ultimi due anni.

Adesso un nuovo inizio, accanto alla figlia Martina che non lo ha mai lasciato solo. Giangrande è tornato da qualche giorno in città ed ha fatto in tempo a festeggiare il compleanno (ha compiuto 52 anni) nella sua casa, insieme a Martina e agli amici. «E’ mia figlia il regalo più bello. E lo ricevo ogni giorno», ha detto ieri il maresciallo. Un altro «regalo» lo ha ricevuto da tutto lo staff dell’unità spinale di Careggi: «Ci tengo a dire che si tratta di un’eccellenza non solo toscana, ma anche italiana. Tutto il personale guidato dal professor Del Popolo è veramente straordinario. Tutti a Firenze hanno fatto un ottimo lavoro consentendomi di fare passi avanti anche sotto il profilo della riabilitazione. La mobilità nella parte alta del tronco è migliorata, adesso la sensibilità arriva ai polsi, ho guadagnato tanto rispetto ai mesi scorsi. Inoltre voglio dire che tutti i pazienti ricevono lo stesso eccellente trattamento».

Giangrande aveva espresso a «La Nazione» il desiderio di incontrare Papa Francesco, possibilmente durante la sua visita a Prato programmata per il prossimo 10 novembre. Adesso la figlia Martina rivela che le sue parole sono arrivate fino a Roma. «Siamo stati contattati dalla segreteria del Papa – dice – C’è la disponibilità ad organizzare un incontro e aiutare così mio padre a realizzare il suo desiderio, ma dobbiamo ancora capire come. Una possibilità è la visita a Prato, anche se il pontefice resterà in città soltanto poco tempo e dunque credo che sia difficile. Più probabile invece che si possa organizzare un’udienza in Vaticano quando le condizioni lo consentiranno. Ancora non c’è nulla di definito, è tutto ancora da costruire, ma ci ha fatto molto piacere essere contattati. A questo punto non ci resta che aspettare».

Leonardo Biagiotti