Martedì 16 Aprile 2024

False cravatte di "Marinella": sospetti sul distretto parallelo

L’imprenditore: "Abbiamo segnalazioni sulla produzione in Toscana"

Maurizio Marinella all’interno del suo negozio a Napoli. La boutique è stata presa di mira dai falsari. Non si esclude una pista pratese

Maurizio Marinella all’interno del suo negozio a Napoli. La boutique è stata presa di mira dai falsari. Non si esclude una pista pratese

4 gennaio 2015 - Occhi puntati sulla Toscana e soprattutto su Prato. A tenere la guardia alzata questa volta è la nota boutique di accessori «Marinella» di Napoli. L’azienda di proprietà dell’omonima famiglia che produce ed esporta cravatte di altissima qualità in tutto il mondo, tanto da essere il punto di riferimento di vip e politici a cominciare da Silvio Berlusconi, non nasconde di aver più volte ricevuto segnalazioni di falsi provenienti proprio dalla Toscana e in particolare da Prato. Così l’attenzione si è alzata, tanto che «Marinella» ammette di aver già messo in campo «diverse professionalità» per riuscire a scovare i furbetti che utilizzano il nome in maniera impropria, e si è concentrata inevitabilmente anche verso la comunità cinese di Prato che, non è una novità, spesso è stata al centro di operazioni anti falsi.

A parlare è il titolare della famosissima boutique partenopea che conferma di aver già preso diversi contatti proprio per vederci più chiaro.

«Abbiamo ricevuto delle segnalazioni di nostre cravatte false che vengono vendute un po’ in tutta Italia, ma prodotte soprattutto in Toscana - spiega Maurizio Marinella - Non nascondo che abbiamo un orecchio attento a quanto avviene, perchè ci hanno più volte confermato che si trovano dei falsi che non di rado finiscono anche sulle spiagge di Forte dei Marmi». Marinella spiega che la produzione di falsi segue un andamento oscillante e non regolare durante l’anno: «Ci sono dei periodi, come ad esempio quello compreso tra ottobre e dicembre, durante i quali le produzioni si intensificano e poi si fermano - continua l’imprenditore - C’è da capire anche perchè questo avvenga e perchè proprio in Toscana. Una probabile spiegazione può essere riconducibile alla presenza di confezioni cinesi, ma è ancora tutto da verificare. Per adesso sappiamo che ci sono falsi in giro, ma non abbiamo elementi che ci portino verso nessuna direzione in particolare». Tra le piste da non escludere, però, c’è anche quella che porta a Prato.

PROPRIO in tema di falsi è storia recente il chilometro di tessuto spalmato con il marchio della nota griffe francese Louis Vitton pronto per essere trasformato in borse «veramente» false. La merce doveva essere introdotta sul mercato, ma il tessuto è stato scoperto dai carabinieri del comando provinciale e della stazione di Carmignano insieme ai funzionari dell’Agenzia delle Dogane di Prato in un maglificio gestito da coniugi cinesi residenti a Carmignano.