La sede Aci sott’acqua. Allagamenti e idrovore

Ascensori bloccati, pompe sempre in funzione

Idrovore al lavoro

Idrovore al lavoro

Prato, 29 ottobre 2014 - PRATO sta diventando una piccola Venezia. Una città che galleggia sull’acqua. La falda idrica, dalla quale in passato si è attinto moltissimo per le lavorazioni tessili oggi in crisi, sale a vista d’occhio con gravi problemi per i piani interrati degli edifici. L’ultimo caso è il centro direzionale di via dei Fossi, zona Macrolotto industriale 1, in cui hanno sede degli uffici dell’Aci e del Pubblico registro automobilistico, ffeequentatissimi dai cittadini. Da due anni, gli scantinati del palazzo, che si estende su un fronte di circa 40 metri, risultano invasi dall’acqua della falda, che ha raggiunto il secondo piano interrato. La proprietà è stata costretta prima a limitare al piano «meno 1» il percorso degli ascensori, poi a installare idrovore per la rimozione di acqua con capacità a massimo regime di 4400 litri al minuto. La spesa per fronteggiare gli imprevisiti allagamenti è stata di circa 100mila euro. Ad essa andranno aggiunte le bollette dell’energia elettrica. Con la speranza che quando torneranno le piogge, le pompe siano sufficienti a tenere all’asciutto i «piedi» della struttura. «LE PRIME avvisaglie di quanto sarebbe accaduto risalgono all’inverno fra il 2012 e il 2013 – riferisce Fabio Colotto, presidente e amministratore delegato di Bravo spa, società proprietaria dell‘immobile – la prima decisione fu di mettere in sicurezza gli ascensori e di impedirne la discesa al secondo piano interrato sollevando il pistone e gli impianti di due di essi al primo piano sotterraneo». Nei locali al secondo piano interrato, destinati a garage, deposito e archivi, Colotto mostra il segno lasciato dagli allagamenti dello scorso inverno: due righe ancor visibili la superiore delle quali sfiora il metro da terra. «NEL FEBBRAIO e marzo di quest’anno la situazione si è fatta più grave: negli scantinati il livello dell’acqua ha raggiunto prima i 40, poi gli 80 centimetri – prosegue Colotto – Abbiamo azionato le pompe che già avevamo installato ed alcune idrovore d‘emergenza. Con l‘arrivo dell‘estate, una volta che il piano è rimasto asciutto, abbiamo iniziato le opere per installare le idrovore definitive. I lavori sono stati completati a settembre, le idrovore lavorano costantemente». Un tecnico riferisce che in occasione di una fermata delle pompe per manutenzione, il livello dell’acqua nei locali è salito. Insomma, le pompe sono indispensabili per mantenere asciutti gli scantinati del palazzo. E forse non solo quelli. ​ MA PERCHÉ la falda raggiunge un livello così elevato, al Macroolotto? Colotto spiega che anni fa in quella zona la falda era raggiungibile a venti metri di profondità. La pavimentazione della zona garage dell’edificio sorge a sette metri sotto il livello stradale: è il segno che la falda ha raggiunto il tetto dei sei metri e 20 centrimetri dal suolo. Roberto Bini, azionista di riferimento di Borgosesia, imprenditore tessile fra i più longevi di Prato ricorda che «quando nel 1968 trasferimmo qui in quello che sarebbe diventato il Macrolotto 1 la sede della nostra azienda, allora Nuova Europa, poi Eurotintoria, scavammo pozzi profondi oltre quarantacinque metri per raggiungere acqua». PRATO produce meno tessuti e il mare di acqua sotto la città si alaza come una marea senza freni. Al Macrolotto, del resto ci si era accorti del fenomeno già con l’allagamento del sottopasso di via Paronese, a lungo chiuso nella prima parte di quest’anno. LA PROPRIETÀ del palazzo di via dei Fossi (Bravo spa è controllata da Borgosesia spa, prima e unica società pratese ad entrare in borsa, con titoli quotati a Piazza Affari), non è la prima a lottare contro la falda che cresce. Prime vittime dell’effetto Venezia in versione pratese sono i titolari della palestra Universo, adiacente al museo Pecci. Alessio Nencetti e Gianna Meoni trovano sommerse le fondamenta del loro impianto. «In quattro-cinque anni abbiamo speso circa 700 mila euro fra installazione di pompe e le conseguenti bollette per l’elettricità, con stangate fino a 45 mila euro a bimestre», dicono. All’Universo nel 2007 la falda era a dieci metri e mezzo sotto il livello del terreno, oggi è a sei metri e dieci. la domanda è spontanea: quanti palazzi avranno le basi affondate o vicinissime alla falda? di PIERO CECCATELLI