Elicottero precipitato allo Sporting. A processo l’imprenditore-pilota

Secondo la Procura fece un 'inchino' agli amici del circolo

L'elicottero precipitato allo Sporting

L'elicottero precipitato allo Sporting

Prato, 3 maggio 2016 - Per la procura fu «inchino», ma la difesa è pronta a giocare le sue carte con uno stuolo di testimoni. E’ stato rinviato a giudizio con l’accusa di disastro aereo colposo, Alessandro Bettini, l’imprenditore edile di 56 anni, originario di Livorno ma residente in città, che il primo giugno del 2014, precipitò con il suo elicottero sul Tennis club di via Firenze. La decisione del gip Francesco Pallini è arrivata nei giorni scorsi dopo una lunga camera di consiglio.

La richiesta di rinvio a giudizio da parte dei sostituti procuratori Lorenzo Gestri ed Egidio Celano è arrivata nel settembre scorso in seguito ai risultati della relazione del consulente tecnico nominato dalla Procura dopo l’incidente, nel quale, fortunatamente, non rimase coinvolto nessuno nonostante il circolo fosse pieno di gente. Solo il pilota riportò qualche ferita lieve.

L’incidente apparve strano alla Procura che decise di aprire un fascicolo contro ignoti. Successivamente fu indagato Bettini, difeso dall’avvocato Luca Brachi, perché le dichiarazioni rese al sostituto Gestri non convincevano, soprattutto se messe a confronto con le testimonianze dei soci presenti allo Sporting quella mattina. Secondo il consulente della Procura, durante le fasi dell’incidente, si sarebbero registrate una serie di anomalie comportamentali: per il consulente, la caduta dell’elicottero privato non sarebbe stata causata da un problema meccanico – come raccontato da Bettini – ma sarebbero da addebitare alla conduzione del mezzo. L’esame del consulente si è basato sul motore: non ci sarebbero tracce di emergenze tecniche che confermano anomalie o l’accensione di una spia, come invece sostenuto dall’imprenditore. Inoltre, il comportamento del pilota (che avrebbe spento il gps e avrebbe cambiato la rotta di volo) non sarebbe in linea con quelli che sono i protocolli e le linee guida imposte da manuale. Bettini raccontò di aver deciso di atterrare sul campo da calcio dello Sporting dopo aver visto la spia che si accendeva per evitare di finire sulle case. Un guasto tecnico per il pilota.

Ma i racconti dei testimoni sembrarono smentirlo: l’elicottero – secondo quanto riferito dai frequentatori del Tc quella mattina – non era caduto all’improvviso ma aveva planato sbucando all’improvviso da dietro gli alberi. Un’elica si staccò dal veivolo e, roteando, finì nel parcheggio del Tc. Una serie di dettagli e incongruenze che hanno spinto la Procura ad andare avanti nelle indagini. Bettini era partito da un hangar privato a Calenzano ed era diretto al Cinquale. Il sospetto degli inquirenti è che abbia volontariamente deviato dal percorso (staccando il gps) per eseguire una sorta di «inchino» – di schettiniana memoria – sul noto club di tennis frequentato da molti suoi amici.

«Abbiamo almeno una quindicina di elementi da portare in dibattimento – ha detto l’avvocato Brachi – soprattutto su una perizia che non spiega come sono andate le cose e che non ricostruisce i fatti ma che mira solo a smentire Bettini». Dunque, un inchino finito male o un guasto tecnico? Sarà il giudice a stabilirlo.