Firenze, 20 maggio 2014 - Un sistema economico toscano ancora "in leggero ritardo"  nel cammino (certo non facile) di uscita dal tunnel della crisi. Un panorama tra luci e ombre, certo ancora problematico, pur con qualche indicatore positivo che fa ben sperare. Questo emerge dal rapporto del Centro studi di Banca Popolare di Vicenza dell'aprile scorso (con dati aggiornati a dicembre 2013)

Nel 2013 è proseguito il trend di riduzione del numero di imprese attive: un calo di 3379 unità rispetto all’anno precedente (circa 9 imprese in meno al giorno) che colpisce soprattutto il settore delle costruzioni, l’agricoltura e le attività manifatturiere. All’indebolimento del tessuto produttivo, riscontrabile anche a livello nazionale, si accompagna anche un’ulteriore flessione della produzione industriale, che nel 4° trimestre del 2013 ha evidenziato un nuovo calo pari al -0,5% annuo (in intensificazione dal -0,1% a/a del 3° trimestre), mantenendosi così in territorio negativo ormai da oltre 2 anni. Solo le imprese di maggior dimensione (oltre 250 addetti) segnalano una buona capacità di far fronte alla crisi, registrando una crescita dell’attività produttiva, mentre le piccole (10-49 addetti) e le medie (50-249 addetti) imprese evidenziano ancora qualche difficoltà. A livello settoriale si registrano crescite dei livelli produttivi nel settore farmaceutico, metallurgico, alimentare e nelle pelli e cuoio, mentre ancora in calo risultano altri settori tradizionali dell’economia toscana, come il tessile e l’abbigliamento, le calzature, il legno e il mobilio, l’elettronica e la meccanica. Segnali incoraggianti, che alimentano le speranze di un prossimo miglioramento del trend, giungono dal fatturato (+1,1% annuo) e dagli ordinativi (+0,5%), che beneficiano della vivace domanda di prodotti della manifattura toscana proveniente dai mercati esteri.

Sul fronte dei consumi, gli ultimi dati di Unioncamere, evidenziano nel 4° trimestre 2013 solo una
leggera attenuazione della flessione delle vendite nel commercio al dettaglio (-4,7% annuo, dal -5,1% a/a
del trimestre precedente), a conferma che le difficoltà delle famiglie non sono state ancora superate. Per
quanto riguarda il turismo, i dati provvisori sull’andamento degli arrivi indicano nel 2013 una sostanziale
tenuta del numero di turisti in Toscana (-0,5% annuo), con il calo dei viaggiatori italiani (-3,8% a/a) quasi
interamente compensato dalla dinamica ancora positiva degli stranieri (+2,3% a/a), componente
quest’ultima che ormai contribuisce per oltre il 55% al totale dei viaggiatori. In diminuzione, tuttavia, il
numero di notti e la permanenza media dei turisti, come diretta conseguenza della forte attenzione al
contenimento delle spese da parte soprattutto dei turisti italiani.

Nonostante il leggero rallentamento di quest’ultimo periodo, negli ultimi 5 anni i dati relativi al movimento turistico in Toscana permangono comunque ampiamente positivi, con un aumento degli arrivi dal 2008 al 2013 nell’ordine del 10%, grazie alla netta crescita della componente straniera (+22,2% a/a) proveniente sia dai paesi Ue, con Germania e Francia in testa, sia soprattutto extra Ue, come Cina, Russia , Svizzera, Giappone e Stati Uniti.
Relativamente ai flussi commerciali con i mercati esteri, nel 2013 le esportazioni toscane, depurate
della componente dell’oro grezzo che ha registrato un pesante calo delle vendite all’estero, segnalano una
dinamica molto positiva (+4,7% annuo), trainata dalle buone performance su alcuni importanti settori della
manifattura toscana, come il tessile, abbigliamento e calzature, gli alimentari e bevande, i macchinari ed
apparecchi, la gomma e plastica, gli articoli farmaceutici ed il legno e carta. La competitività internazionale
dei prodotti della manifattura toscana è confermata anche dall’andamento positivo dei distretti
industriali locali: ben 11 distretti su 16, infatti, evidenziano una crescita delle vendite all’estero, che
testimonia la riconoscibilità e l’apprezzamento di cui godono i prodotti di punta del territorio.
Performance particolarmente brillanti sono registrate dai distretti calzaturieri di Arezzo (+35,3% a/a) e
S.Croce sull’Arno (+9,0% a/a), l’Orafo di Arezzo (+22,4% a/a), il Tessile-abbigliamento fiorentino (+8,8% a/a),
i Vini del Chianti (+7,6% a/a) e il Polo Farmaceutico toscano (+16,3% a/a). 

Luci e ombre anche nel mercato del lavoro. Alla fine del 2013 l’occupazione evidenzia, infatti,
un’inaspettata crescita del 2,5% annuo, mentre al contrario sale il tasso di disoccupazione al 9% (+1,2 p.p.
in un anno) ma su livelli ancora decisamente inferiori alla media nazionale (12,7%).