Prato, 29 ottobre 2013 -  Sono il 7% della popolazione della provincia pratese, ma hanno redditi mediamente piu' bassi delle famiglie italiane e per questo consumano meno. I migranti cinesi che vivono e lavorano nel distretto cittadino sono dunque meno di quel che comunemente si e' portati a pensare.

 

Ma non e' questa l'unica leggenda metropolitana sfatata dai numeri snocciolati al sesto simposio "I
Cinesi a Prato",
un convegno internazionale cominciato questo pomeriggio e che durera' sino a domani sera alla Monash University, la sede europea dell'ateneo australiano in centro storico a Prato. Al meeting intervengono diversi ricercatori del territorio con i loro studi. In particolare l'Istituto regionale per la programmazione economica della Toscana (Irpet) e l'istituto pratese di ricerca 'Asel' hanno anticipato i contenuti di uno studio commissionato dalla Provincia che sara' pubblicato a breve.

 


L'approfondimento riguarda il peso della comunita' cinese nel territorio. Le famiglie cinesi a Prato sono piu' numerose e piu' "povere" - in media - di quelle italiane. La popolazione orientale incide "solo" per il 4,5% nei consumi effettuati in tutta la provincia. "Essendo piu' numerosi i componenti del nucleo familiare, il reddito deve essere distribuito fra piu' persone", ha spiegato lo studioso di Irpet Stefano Rossignoli, che ha illustrato alcuni passaggi della ricerca assieme al direttore dell'istituto Stefano Casini Benvenuti. Il focus rivela che negli ultimi dieci anni (dal 2002 al 2012) le imprese cinesi sono passate dal 5% al 12% del totale delle ditte della provincia.

 

Cresciute nei numeri, ma con una frenata negli ultimi tre anni, a partire dal 2009, per evidente effetto di una crisi che e' globale quanto il fenomeno migratorio. Stando ai numeri ufficiali anche la produttivita' delle aziende cinesi a Prato e' mediamente piu' bassa di quelle italiane, a causa del fatto che il settore dell'abbigliamento e le ditte di confezione dei capi - settore a cui afferisce l'80% dell'industria orientale in citta' - hanno margini di guadagno complessivamente piu' bassi dell'industria di produzione tessile.

 

Gran parte dei dati utilizzati per la ricerca sulle imprese sono stati ricavati dai "blitz" interforze che l'amministrazione pratese e le forze dell'ordine hanno messo in campo negli ultimi anni. Da sottolineare il dato relativo alla proiezione del numero lavoratori orientali senza contratto, che proprio secondo l'elaborazione dell'Irpet sarebbero il 33% del totale. Anche in questo caso una cifra molto piu' bassa di quella che comunemente viene diffusa o immaginata