Ecco il simulatore di terremoti. "Rischio sismico, si deve fare di più"

Presentato al Museo di scienze planetarie il primo esemplare del genere in Toscana

Il simulatore di terremoti

Il simulatore di terremoti

Prato, 30 maggio 2016 - Una tavola vibrante che riproduce perfettamente i movimenti del terremoto, l'unica in Toscana e anche nel centro Italia se si considerano le particolari caratteristiche, cioè la grandezza e la bidimensionalità. Presentato stamani al Museo di Scienze planetarie di Prato, il simulatore sarà messo a disposizione di ricercatori e ingegneri, Università e studenti per un'esperienza realistica della scossa e anche per prove su modellini.

Il debutto del simulatore pratese ha concluso un affollato incontro sul rischio sismico ospitato nel salone della Misericordia in via Galcienese. “Prato è un territorio 'maturo' dal punto di vista della Protezione civile dove, come accade stamani, Regione, Comuni, Prefettura, tecnici e Università si confrontano all'interno di una rete che lavora su tante forme di rischio”. Ha detto il Capo del Dipartimento di Protezione civile Fabrizio Curcio, concludendo la tavola rotonda al centro di Il rischio sismico dell'edificato esistente.

La conoscenza, anche sperimentale-sensoriale, come strumento di riduzione, l'incontro promosso dalla Fondazione Prato Ricerche e dal Museo di Scienze planetarie. Curcio ha sottolineato quanto la sinergia fra istituzioni sia fondamentale per affrontare l'emergenza, perché gli “eventi sono sempre diversi l'uno dall'altro e bisogna essere flessibili e fare quadrato sulla preparazione tecnica e scientifica”, ma anche per spingere finalmente l'acceleratore sulla prevenzione. Sulla stessa linea il vicesindaco del Comune di Prato Simone Faggi, che ha indicato nella nuova Fondazione Parsec (Parco delle Scienze e della Cultura) in cui confluiranno la Fondazione (e il Museo) insieme al Centro di Scienze naturali uno dei volani per far crescere il sistema di Protezione civile nel territorio. Prima di lui il prefetto Maria Laura Simonetti e il responsabile in Regione della Protezione civile Riccardo Gaddi avevano ribadito la necessità di studiare e tramandare buone pratiche ed errori, soprattutto nel contesto attuale che vede all'orizzonte cambiamenti istituzionali e legislativi.

“Il rischio sismico si combatte solo se si costruisce bene”, ha detto ancora Curcio prima di assistere, insieme ai circa 200 partecipanti al convegno (la sala della Misericordia era davvero affollata) alla presentazione del simulatore, realizzato grazie a un progetto di qualche tempo fa promosso e sostenuto dalla Prato Ricerche, dalla Provincia di Prato e dalla Fondazione Cassa di Risparmio. Al convegno hanno partecipato gli esperti Carlo Meletti, Mario De Stefano, Mauro Dolce, Daniele Spina e Claudio Moroni.

Il simulatore sismico, come si è accennato, è in grado riprodurre fedelmente i movimenti provocati dal terremoto così come registrati nei sismogrammi. Lo strumento realizzato dalla Prato Ricerche misura circa 4x2 metri ed è in grado di funzionare in orizzontale in entrambe le direzioni, quindi è bidimensionale, con la possibilità di aggiungere in futuro anche un motore verticale in modo da ottenere una riproduzione tridimensionale. Attualmente è programmato per riprodurre i movimenti del terremoto dell’Irpinia (fra i 6 e i 7 gradi della scala Richter) del 1980, ma è in grado di simulare qualsiasi scossa a scelta dell’utente.

Per capacità operative e dimensioni rappresenta una delle tavole vibranti più evolute a livello nazionale e l'unica nel centro Italia con queste caratteristiche. Il modello è la tavola attualmente funzionante al dipartimento della Protezione Civile a Roma, che ha però dimensioni maggiori. Preziose infatti sono state le Indicazioni tecniche e il supporto dell’ingegner Claudio Moroni e del professor Mauro Dolce. Il simulatore pratese si colloca infatti a metà strada tra le tavole di piccole dimensioni, adatte solamente per scopi didattico-espositivi, e quelle di grandi dimensioni idonee allo studio di prototipi in scala reale. In Italia attualmente esistono una serie di simulatori di grandi dimensioni (orientativamente 4x4 metri) di proprietà dei maggiori centri di ricerca (ENEA, ISMES, Eucentre, Università di Napoli, etc.) e numerose tavole vibranti di dimensioni abbastanza modeste (superfici mediamente di 2 mq o inferiori) generalmente monodirezionali di proprietà di centri universitari (Università di Napoli, Roma, Bologna, Politecnico di Torino).