Degrado e abusi nelle ditte cinesi

Controllate due aziende: scoperto un foro nel muro che doveva servire per la fuga dei clandestini

Blitz dei carabinieri

Blitz dei carabinieri

Prato, 1 ottobre 2014 - Degrado, sporcizia e abusi. Questa mattina, la squadra interforze composta da militari dell’arma coadiuvati dal nucleo ispettorato del lavoro, insieme ai vari enti deputati al controllo, nell’ambito di un servizio finalizzato al contrasto dell’immigrazione clandestina ed allo sfruttamento della manodopera straniera irregolare, hanno controllato due laboratori gestiti da cinesi. All'interno di uno degli immobili è stato individuato, nascosto dietro un armadio, un foro praticato nella parete che dava accesso ad uno scantinato, utilizzato come via di fuga da due clandestini, trovati al lavoro.

E’ stato denunciato in stato di libertà per avere favorito la permanenza di immigrati clandestini sul territorio nazionale al fine di trarne un ingiusto profitto J.Y., 44enne, cinese, residente a Prato, titolare di una delle aziende controllate. Lo stesso, unitamente al titolare dell’altro opificio H.X., 48enne cinese, residente a Prato, è stato deferito per violazioni urbanistiche, avendo creato, senza autorizzazione, opere infrastrutturali all’interno degli opifici che sono stati tutti sequestrati.

Inoltre ai titolari sono state contestate numerose violazioni relative alla destinazione d’uso d’immobili e normativa sicurezza sul lavoro. I militari  hanno così sequestrato 80 macchinari tessili e rimosso due bombole di gpl. In ossequio al decreto “Bersani”, in relazione alla percentuale di lavoro sommerso riscontrato sul totale della forza lavoro, è stata disposta la sospensione dell’attività lavorativa nei confronti di due delle tre aziende controllate.

Nella circostanza sono stati rintracciati complessivamente 2 stranieri irregolari, che sono stati denunciati in stato di libertà per violazione della normativa relativa al soggiorno dello straniero sul territorio nazionale. Gli stessi, al termine delle operazioni di identificazione e riscontri dattiloscopici, sono stati avviati all’Ufficio Immigrazione della locale Questura per il successivo provvedimento di espulsione.