Armata di coltello dall'assistente sociale, denunciata

La donna, incinta e accompagnata dal figlio di 5 anni, urlava e piangeva

Il coltello sequestrato dalla polizia municipale

Il coltello sequestrato dalla polizia municipale

Prato, 20 ottobre 2016 - Si è presentata in compagnia del figlio di circa 5 anni all'appuntamento fissato con l'assistente sociale, ma il colloquio non si è mai avviato: la donna, una nigeriana incinta di quattro mesi, ha infatti cominicato a gridare, pretendendo dei soldi, e ha rovesciato alcune sedie presenti nella stanza. I rumori e le urla hanno messo in allarme due agenti di polizia municipale che si trovavano nei locali delll'assessorato dei servizi sociali in via Roma e che sono subito entrate nell'ufficio. Hanno trovato la donna distesa a terra, tra le sedie rovesciate, che urlava e piangeva.

Le agenti, inoltre, hanno notato che dalla borsa accanto al corpo della donna fuorisciva un coltello di circa 30 centimetri. Nella stanza era presente anche un bambino di circa 5 anni, che è risultato essere il figlio della donna. Le agenti hanno fatto uscire dall'uffcio l'assistente sociale e hanno allontanato il bambino, spaventato al punto da non piangere né parlare, e lo hanno affidato al personale dei servizi sociali. Quindi, hanno cercato di calmare la donna, che è risultata essere incinta di quattro mesi.

Considerati la situazione e lo stato di gravidanza, le agenti hanno allertato il 118. Gli operatori intervenuti, visto lo stato di agitazione in cui versava la donna, hanno deciso il trasporto al pronto soccorso. La donna è stata denunciata per porto abusivo di armi.

Il sindaco Matteo Biffoni, informato dell'accaduto, ha ribadito l'impegno dell'amministrazione comunale "a trovare forme di garanzie e tutele per permettere al personale di lavorare con serenità in un settore delicato e dove il rapporto diretto con gli utenti è fondamentale. Ci eravamo impegnati in tal senso qualche mese fa, dopo una serie di episodi di aggressione ai danni degli operatori del servizio, e manterremo la promessa. Gli uffici sono già al lavoro per definire le misure da adottare. Gli stessi uffici, sulla base di una proposta che ho avanzato, stanno anche valutando un sistema sanzionatorio per gli utenti utenti del servizio che minacciano, insultano o, ancora peggio, aggrediscono fisicamente un operatore. Avevo parlato di una sorta di "daspo". In pratica, penso a un sistema sanzionatorio simile a quello che si adotta contro chi occupa abusivamente un'abitazione per i quali decade il diritto a ottenere o abitare in una casa popolare. Allo stesso modo, chi aggredisce un assistente sociale non deve più avere accesso ai servizi".