Sacchi neri, una piaga senza fine. Furbetti incastrati dalle telecamere

Per due giorni hanno gettato rifiuti alla Bogaia. Sono due tunisini

I due tunisini mentre scaricano i sacchi neri alla Bogaia immortalati dall’impianto di videosorveglianza

I due tunisini mentre scaricano i sacchi neri alla Bogaia immortalati dall’impianto di videosorveglianza

Prato, 18 febbraio 2017 - Ancora smaltimento illecito di rifiuti. Ancora una zona protetta usata come pattumiera dagli abusivi. Dopo le Cascine di Tavola, la Calvana, l’oasi di Pantanelle, è toccato alla zona della Bogaia, al confine tra Prato e Poggio a Caiano. Questa volta, però, i "furbetti" non l’hanno fatta franca perché sono stati incastrati dalle fotocellule della polizia municipale. A finire nei guai due tunisini. Insomma, lo stesso copione del giorno precedente quando sono stati presi un nigeriano e un marocchino: ecco la nuova frontiere dell’abbandono indiscriminato di sacchi neri.

I tunisini, 69 anni residente a Poggio a Caiano e 52 anni di Prato, agivano in pieno giorno.

Dopo aver prelevato i sacchi di rifiuti dalle ditte del distretto, si recavano nella vicina via di Bogaia, a buttare tutto quanto avevano trasportato nel furgoncino: circa 50 sacchi neri di scarti tessili gettati in mezzo alla natura (alla Bogaia c’è l’oasi felina) per un peso approssimativo di 2.500 chili. I tunisini, però, non avevano fatto i conti con gli impianti di videosorveglianza del territorio, che li hanno immortalati, per ben due volte in due giorni, a ripetere lo scarico. Il nucleo di polizia ambientale della municipale ha attivato le indagini riuscendo a risalire agli autori del fatto che sono stati rintracciati e identificati durante un controllo su strada effettuato da una delle pattuglie territoriali.

Non è escluso che fossero i responsabili di altri episodi di abbandono verificatisi nell’ultimo periodo.

Secondo quanto ricostruito, i soggetti, disoccupati, si prestavano dietro corrispettivo a prendere in consegna gli scarti tessili delle ditte, che così risparmiavano notevolmente sul costo dello smaltimento.

Il trasporto avveniva con un mezzo non iscritto all’Albo Nazionale Gestori Ambientali.

I tunisini sono stati denunciati per aver concorso nell’attività di raccolta, trasporto e abbandono di rifiuti in assenza delle necessarie autorizzazioni. La pena prevista in questi casi è l’arresto da tre mesi a un anno oppure un’ammenda da 2.600 a 26.000 euro. Agli due saranno addebitate le spese sostenute dal Comune per la rimozione e il corretto smaltimento degli scarti tessili abbandonati.