Mise a segno rapina in strada a Prato, condannato e catturato

Il caso risale a un anno e mezzo fa, ieri l'arresto

La donna si è rivolta in due occasioni ai carabinieri (Archivio)

La donna si è rivolta in due occasioni ai carabinieri (Archivio)

Bagno a Ripoli (Firenze), 23 maggio 2017 - Nel pomeriggio di lunedì i Carabinieri della Stazione di Impruneta hanno arrestato V. M., 33enne di Bagno a Ripoli, vecchia conoscenza dell’Arma. All’uomo è stata notificata l’ordinanza emessa dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Firenze poiché deve espiare la pena residua di 2 anni, 10 mesi e 26 giorni di reclusione, nonché il pagamento di 1.400 euro di multa, per una rapina in concorso commessa l’11 febbraio 2016 a Prato.

L'arrestato, dopo la compilazione degli atti, è stato portato a Sollicciano.

La rapina risale all’11 gennaio 2016, poco prima della mezzanotte, quando una cittadina cinese, trentenne residente a Prato, stava tornando a casa, nei pressi dell’ex ospedale Misericordia e Dolce. La donna venne rapinata da tre persone, un uomo e due donne. I rapinatori, armati di pistola, per assicurarsi la fuga spararono anche un colpo in aria per poi allontanarsi a bordo di una piccola utilitaria. Le urla della donna e l’assordante rumore dello sparo richiamarono un altro cinese che , sceso in strada per capire cosa stesse succedendo, vide la fuga della macchina, rischiando anche di essere investito. L’uomo, nonostante tutto, riuscì a prendere il numero di targa e ad avvertire la polizia.

L'auto - un'utilitaria della Fiat - risultava intestata a un ragazzo residente a Impruneta; i carabinieri di Scandicci la trovarono con il motore ancora caldo, nei pressi del centro storico di Impruneta. Vicino all'auto c'erano due donne, una rumena e una albanese, con ancora indosso le chiavi di accensione. Durante il controllo delle ragazze, i militari hanno visto transitare un uomo su un’auto "pulita" e, con grande spirito di osservazione e intuito investigativo, notarono un sospetto disinteresse nel ragazzo che, una volta identificato, risultò essere il proprietario della macchina utilizzata dai rapinatori.

Gli accertamenti hanno poi permesso di ricostruire l’intera vicenda e accertare che l’uomo e le due donne erano gli autori della rapina perpetrata poco prima a Prato. La refurtiva è stata recuperata e sono stati trovati il passamontagna e lo scaldacollo con cui i rapinatori si erano nascosti il volto, oltre a due pistole calibro 9 con ancora il colpo in canna.