Proteste per il wifi: cinque profughi subito allontanati

La decisione della prefettura: arriva lo stop all’iter di accoglienza. "Usate modalità violente'

Immagine di archivio

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Prato, 24 marzo 2017 - Sono stati allontanati dalla struttura di via Roma per le «modalità violente» usate nei confronti degli educatori. Hanno lasciato la casa di accoglienza gestita dall’Opera Santa Rita, i cinque profughi, tutti provenienti dall’Africa sub sahariana, tra i 20 e i 25 anni, che domenica mattina hanno protestato per la mancanza del segnale wi-fi costringendo gli educatori a chiedere l’intervento delle forze dell’ordine. La decisione è stata presa dalla prefettura dopo che è arrivata la segnalazione delle veementi proteste degli ospiti dopo che si sono accorti che i loro telefoni non avevano connessione. Una volta accertato quello che è successo, sono stati individuati i soggetti che avevano creato maggiori tensioni. I cinque hanno già lasciato la casa di via Roma rinunciando al programma di accoglienza. Dove andranno a finire? Non si sa.

Il provvedimento è stato preso perché i cinque migranti non hanno rispettato il regolamento che le prefetture impongono agli ospiti delle strutture di accoglienza. Un iter già stato adottato in passato, in almeno una quarantina di casi in due anni nel nostro territorio, quando si sono verificate situazioni simili. «Accertate le responsabilità e le modalità di protesta che avevano ecceduto il regolamento e il rispetto che si deve agli educatori, la prefettura ha predisposto l’allontanamento – dice il vicesindaco, Simone Faggi – In questo caso specifico, gli ospiti si sono lamentati in maniera talmente esagitata da richiedere l’intervento delle forze dell’ordine». Lo stesso provvedimento che ha portato all’allontanamento di altri due africani che facevano i parcheggiatori abusivi in piazza Mercatale e che erano ospitati uno a Prato, l’altro a Montemurlo. «In quel caso hanno avuto prima delle diffide scritte – spiega Faggi – ma se il comportamento non è consono al regolamento si deve procedere all’allontanamento. Gli strumenti della prefettura funzionano in maniera adeguata. Non siamo di fronte a una gita fuori porta, è un percorso di accoglienza che necessita di tempi e ritmi che non hanno a che fare con la normalità. Se si accetta di entrare nel programma va rispettato».

Non sono gli unici allontanati: nei prossimi giorni potrebbero essercene altri. Il motivo? C’è chi non rispetta gli orari e chi non si presenta ai corsi di italiano come previsto dal regolamento. «Sono tutti impegni che responsabilmente queste persone si assumono», conclude Faggi. Il problema è dove finiscono i richiedenti asilo che escono all’improvviso dai programmi di accoglienza perdendo l’alloggio e il vitto gratuiti, e i due euro giornalieri che gli spettano. «Finiscono in strada – aggiunge Faggi – E’ lo stesso problema che avremo tra qualche mese quando in molti lasceranno le strutture perché hanno finito il percorso per il riconoscimento dello status: sono circa il 40%. Di fronte a nuovi sbarchi, noi accetteremo solo quelli previsti dal turn over come abbiamo sempre detto».

Laura Natoli