'Tutti i soldi del mondo' non servono. Per vestire Paul Getty basta Prato

I costumi dell’ultimo film di Ridley Scott scelti al magazzino Nowar

Olimpia ed Elisabetta Bertini

Olimpia ed Elisabetta Bertini

Prato, 15 gennaio 2018 - Roma, luglio 1973; in piazza Farnese viene rapito un ragazzino americano di 17 anni. Si chiama Paul Getty III ed è il nipote dell’uomo più ricco del mondo. Cinque mesi in ostaggio di un gruppo di uomini malvagi. E nella speranza di convincere quell’anziano miliardario, una mutilazione all’orecchio destro che sarà recapitato per posta alla redazione di un giornale. Oggi quella storia che tenne gli italiani con il fiato sospeso ad ogni telegiornale, è diventata un film di successo diretto da Ridley Scott. «Tutti i soldi del mondo», questo è il titolo, ha nel cast tecnico la grande costumista Janty Yates, vincitrice del premio Oscar nella categoria migliori costumi nel 2001 per «Il gladiatore». E per scegliere alcuni capi d’abbigliamento adatti alle atmosfere romane degli anni ’70, una delle più grandi professioniste di Hollywood ha preferito la ditta Nowar di Prato.

«PRIMA della sua visita, sono arrivati in avan scoperta due suoi assistenti», dice con orgoglio Sauro Ballerini che gestisce insieme alla moglie Elisabetta Bertini il magazzino «vintage» visitato spesso dal cinema internazionale. «Per raccontare la storia del rapimento di Paul Getty terzo, sono stati scelti dei capi di abbigliamento tipici di quel periodo. Camicie, maglie d’epoca giacche e i famosi pantaloni a zampa di elefante», ricorda ancora Elisabetta Bertini. Naturalmente anche alcuni vestiti indossati da Michelle Williams che interpreta la mamma del ragazzo sequestrato, oppure i maglioni indossati dall’attore Charlie Plummer che interpreta lo sfortunato Paul Getty III.

Tutti abiti destinati agli attori principali e alle diverse comparse impiegate nelle sequenze ambientate nel centro storico di Roma, girate la scorsa estate, fra lo stupore degli stessi romani e di tanti turisti. «Come è successo tante volte in passato, questi capi d’abbigliamento sono stati presi in affitto. Stavolta dalla produzione di Ridley Scott – dicono alla Nowar di via Torcicoda –. Ricevere la visita della grande Janty Yates è stata per noi una grandissima soddisfazione. Una donna straordinaria, gentile e carina che ha anche voluto farsi un selfie con noi prima di ripartire».

E Sauro Ballerini sottolinea ancora l’importanza del riuso di capi d’abbigliamento già esistenti. «Abbiamo sempre più la convinzione che questa sia la scelta più giusta – conclude –: riadoperare capi di abbigliamento originali, oppure riadattarli a seconda delle necessità narrative, sia per cinema sia per teatro con cui collaboriamo da anni. In fondo, il mondo del recupero tanto osannato, è la nostra politica aziendale che abbiamo intrapreso da tempo».