Morì folgorato sul cantiere della terza corsia, dodici imputati

Il processo per la morte di Maurizio Benassi, l’operaio edile che morì folgorato il 27 agosto 2014 mentre stava lavorando nel cantiere di Carraia

Operaio al lavoro

Operaio al lavoro

Prato, 27 aprile 2017 - Ci sono dodici imputati nel processo per la morte di Maurizio Benassi, l’operaio edile che morì folgorato il 27 agosto 2014 mentre stava lavorando nel cantiere di Carraia, a Calenzano, per la realizzazione della terza corsia dell’A1. L’uomo, che all’epoca dell’infortunio mortale aveva 48 anni, morì folgorato colpito da una scarica da quindicimila volt mentre era impegnato ad attaccare un pesante tubo in calcestruzzo al gancio di una gru le cui funi si trovavano a contatto coi cavi dell’alta tensione. L’operaio, che abitava con la famiglia a Calenzano, era dipendente della Pavimental spa. L’accusa per le dodici persone su cui pende la richiesta di rinvio a giudizio è di omicidio colposo ed è stata presentata dalla Procura pratese alla fine delle indagini. Ieri mattina si è svolta l’udienza preliminare davanti al giudice Francesco Pallini.

I familiari - la moglie, i genitori ed i fratelli, cinque in tutto - si erano costituti parti civili, ma, difesi dagli avvocati Mauro Cini, Davide Pucci e Stefano Belli, hanno revocato la costituzione in quanto sono stati risarciti dall’assicurazione per l’infortunio sul lavoro. In aula anche l’avvocato di Inail, Giuseppe Quartararo, che invece ha chiesto che siano citati come responsabili civili le aziende a cui fanno capo i dodici indagati (tra queste anche Autostrade spa). Inail per suo conto ha versato alla vedova di Benassi già una somma di 400mila euro. Il gup Pallini ha fissato già due udienze: il rinvio della preliminare al 5 luglio per possibili riti alternativi e per dare spazio alle conclusioni del pm e della parte civile e  al 26 luglio per le arringhe degli avvocati difensori.