Prato, 8 febbraio 2018 - Così falsi da sembrare veri. Sono rimasti "impressionati" i periti chiamati a esaminare gli accessori sequestrati dai carabinieri nell'ambito dell'indagine contro la contraffazione di griffe d'alta moda che, soprattutto tramite canali di vendita online, traevano in inganno gli ignari acquirenti. E stavolta non sono cinesi i "taroccatori" ma due italiani residenti a Prato, uno perlatro imprenditore, titolare di una ditta che si occupa proprio della lavorazione di minuterie metalliche.
I militari del Nucleo Investigativo di Prato nei giorni scorsi hanno proceduto alla denuncia dei due pratesi. L'indagine è coordinata dai sostituti procuratori Laura Canovai e Valentina Cosci.
Il sequestro riguarda migliaia di accessori: fibbie, tracolle, nonché pelli, fodere e quant’altro propedeutico al confezionamento di articoli delle più importanti griffe in commercio, soprattutto borse. Il materiale sequestrato era nascosto all’interno dell’abitazione di uno dei due indagati, l'imprenditore.
Ritrovati tra i falsi anche prodotti originali che venivano utilizzati come modelli da copiare. Ma particolare importanza all’operazione dei carabinieri è data soprattutto dal sequestro di centinaia di stampi e matrici usate dai due denunciati per la riproduzione di tutte le componenti metalliche occorrenti all’assemblaggio dei prodotti finiti, nonché di false etichette, codici e certificati di autenticità su scheda magnetica, anch’essi rinvenuti e sequestrati dai carabinieri.
Prada, Gucci, Ferragamo, Céline, Cristian Dior, Saint Laurent, Chanel, Louis Vuitton, Fendi sono le griffe riprodotte e quindi violate della loro proprietà intellettuale. Non si tratta di falsi grossolani, come hanno rilevato – fortemente impressionati - i periti delle aziende chiamati a valutarli, ma di prodotti identici agli originali, capaci di ingannare anche i più esperti conoscitori e appassionati. Le indagini dei carabinieri puntano il dito anche verso la vendita mediante le piattaforme del commercio on line, ove gli ignari compratori verrebbero ingannati anche dall’esibizione delle false etichettature e certificati contraffatti.