Meningite, parola all'esperta: "Qui c’è rischio tutto l’anno"

A Prato una 18enne in terapia intensiva, le sue condizioni migliorano. E la Regione proroga fino a dicembre l'attività di prevenzione

Meningite (Archivio)

Meningite (Archivio)

Prato, 1 luglio 2017 - "Non ci sono ritmi temporali precisi per il manifestarsi della meningite. La meningite c’è tutto l’anno. In genere si manifesta con un maggior numero di casi e quindi con più evidenza nei mesi invernali o a febbraio, quando si passa più tempo in ambienti chiusi e più a contatto con altre persone". A parlare è la dottoressa Donatella Aquilini, responsabile del reparto di malattie infettive dell’ospedale Santo Stefano di Prato: è lì che attualmente si trova ricoverata la diciottenne con meningite da meningococco di tipo B. La ragazza è in miglioramento, anche se resta ricoverata in terapia intensiva.

"La meningite di tipo B è meno frequente rispetto a quella del ceppo C - prosegue la dottoressa Aquilini - In questi anni in Toscana abbiamo avuto casi principalmente del tipo C ipervirulento. mentre, per esempio, 15 anni fa abbiamo registrato molti più episodi di meningite di tipo B". La meningite causata da meningococco è una infezione che non va mai sottovalutata: per contrastarla l’unico mezzo resta la vaccinazione. Tanto che lunedì andrà all’esame della giunta regionale la delibera, firmata dall’assessore alla salute, Stefania Saccardi, che proroga dal 30 giugno al 31 dicembre l’attività straordinaria di profilassi contro la diffusione in Toscana del meningococco C, responsabile della meningite.

Secondo l’esperta, quindi, non c’è da stupirsi se la meningite si manifesta anche d’estate. "Non c’è solo il meningococco da cui difendersi, ma anche un altro batterio come lo pneumococco va tenuto sotto controllo", aggiunge Aquilini. "Anche quest’ultimo può causare forme molto gravi e perfino mortali specialmente negli anziani, con alti livelli di letalità. A questo proposito c’è tutto un dibattito sulla possibilità di somministrare il tredicesimo vaccino anti-pneumococco".

Nei mesi estivi in Toscana si possono registrare le cosiddette febbri da pappataci o virus Toscana, che prende questo nome perché isolato per la prima volta in Toscana dalla virologa Paola Verani nel 1971 a Monte Argentario. "Si tratta delle cosiddette meningitelle trasmesse attraverso le punture di pappataci, che provocano mal di testa e che talvolta passano anche da sole - spiega la responsabile di malattie infettive - In genere episodi del genere si registrano a metà estate, verso agosto. Nel 2010 ne contammo una trentina".

Riguardo al caso della ragazza di 18 anni con meningite di tipo B, Aquilini dice che "è stato gestito molto bene e rapidamente dai medici del pronto soccorso, che l’hanno segnalata subito al nostro reparto. La rapidità è importante nell’affrontare le malattie infettive: perdere delle ore fa la differenza".

E per quanto riguarda la profilassi, la dottoressa rassicura che i tempi di incubazione vanno al massimo da 7 ai 10 giorni ed è per questo motivo che sono state contattate soltanto le persone a stretto contatto con la giovane (parenti ed amiche). A Prato l’ultimo caso riguardava una ventenne colpita dal meningococco C, vaccinata contro questo ceppo, che era giunta in pronto soccorso l’ultimo giorno del 2016.