Lapide e manifesti per i cassonetti. 'Noi, uniti contro il porta a porta'

Nasce il Fronte di liberazione: "Siamo un gruppo apolitico di cittadini"

Una 'lapide' in memoria dei cassonetti

Una 'lapide' in memoria dei cassonetti

Prato, 22 febbraio 2017 - Il fronte rivoluzionario e silenzioso Anti Porta a Porta di Prato (ha colpito di notte con una doppia azione «civile»: la divulgazione del proprio manifesto - appeso su isole ecologiche, cestini e pattumiere in centro e in periferia – e la collocazione in via Guglielmo Oberdan (che fu patriota e primo martire dell’irredentismo italiano) di una «lapide» in memoria dei cassonetti, ormai scomparsi, per sempre, dallo skyline della città. Eccone l’epitaffio: «Qui visse e operò un onesto cassonetto, dalla vile raccolta portata a porta spodestato e ucciso». Questo gruppo di «normali» cittadini, come si legge nel manifesto, si «oppone deciso, in nome della civiltà dei consumi consumati, alla raccolta porta a porta dei rifiuti».

Raccolta che è la nemica dichiarata di questi cittadini pratesi e delle loro famiglie. Il Fronte di liberazione dei cassonetti ritiene inoltre «che il sistema porta a porta sia costoso, complicato e che induca a inzozzare le città» invece che a tenerle pulite. «Il cassonetto è civiltà» è il grido del Fronte di ‘nostalgici rivoluzionari’ che si è appena costituito. «Così come è attuata, la raccolta dei rifiuti farà rimpiangere a molti il sacro suolo già occupato dai cassonetti – spiega uno dei membri del Fronte che è un organismo apolitico e trasversale – Esprimiamo solidarietà al fiero Popolo Cinese, nostro fratello, che sta opponendo resistenza passiva a questo metodo barbaro. Una decisione presa dall’alto ci costringe a vivere in case sudicie per cercare di allungare la vita al sudicio stesso. Il mercato del riciclo si avvale in questo modo dei lavori forzati di tanti cittadini. Senza contare che il passaggio alla raccolta porta a porta invece che tenere conto del contributo fattivo e attivo dei cittadini residenti ha comportato addirittura un rincaro della Tari».

Il fronte conclude con una nota ilare che però è tutt’altro che goliardia: «Ricordiamo, infine, che la raccolta in questione è foriera di litigi in famiglia, base della nostra civiltà, per almeno due motivi: chi se ne deve occupare e chi, schifato dal cibo di altri membri del nucleo familiare, deve poi sopportare la presenza prolungata in casa dei suoi avanzi».