Avvistato il ‘fantasma dei boschi’. E’ il gatto scomparso nel 1800

L’animale è stato immortalato a Cantagallo: si credeva estinto

L’immagine della fototrappola che ha immortalato il «Felis silvestris silvestris» creduto estinto dall’Appennino da fine ‘800

L’immagine della fototrappola che ha immortalato il «Felis silvestris silvestris» creduto estinto dall’Appennino da fine ‘800

Prato, 25 febbraio 2017 - Il «fantasma dei boschi» è riapparso. Il gatto selvatico, dato per scomparso in provincia di Prato già alla fine del 1800, è stato fotografato in Val di Bisenzio, nel comune di Cantagallo, pochi giorni fa. La scoperta è stata fatta da un pratese appassionato di fauna, Luca Cecconi, che slupus Italia si occupa del monitoraggio del lupo. Il Felis silvestris silvestris, o gatto selvatico europeo, è l’unico felide selvatico che vive nei boschi del centro Italia ma la sua presenza non era mai stata documentata sul nostro Appennino, sia nel pratese che nel pistoiese, mentre si contano sulla punta delle dita le sue apparizioni nelle foreste Casentinesi, nell’alto Mugello e nella bassa Toscana.

Il gatto selvatico europeo rientra fra le specie protette ed è un animale talmente elusivo da essersi meritato l’appellativo di «fantasma dei boschi». Difficile dire se la specie sia in espansione o se le nuove segnalazioni di presenza siano da imputare alla nascita di nuove tecnologie, come il fototrappolaggio, metodo utilizzato nel caso pratese, che consente di acquisire immagini dai posti più reconditi senza la presenza di un operatore e senza arrecare disturbo alla fauna.

La scoperta ha richiesto 10 anni di posizionamenti mirati: sebbene la presenza del gatto selvatico non fosse data per scontata, la speranza non è mai venuta meno e la perseveranza è stata premiata con uno scatto in cui sono ben evidenti tutte le caratteristiche che contraddistinguono il selvatico dal gatto domestico, fra tutte la coda dalla forma «clavata» e gli anelli neri ben separati. La «certificazione» è arrivata dal riconoscimento sul fenotipo del massimo esperto di Felis silvestris silvestris in Italia, che ha visto nella foto un selvatico puro al 100%. Il dubbio, legittimo, deriva dal fatto che, proprio grazie al fototrappolaggio, sono stati immortalati in luoghi veramente remoti, numerosissimi gatti domestici che si sono adattati alla vita del bosco, in alcuni casi incredibilmente «ben pasciuti». Scriveva a tal proposito Francesco Bettini, nell’appendice dedicata a flora e fauna locali curata dal professor Antonio Laderchi, nel volume «La stazione estiva di Montepiano», del 1897: «Felis- Gatto. Oltre le qualità domestiche è difficile trovarne altre. Se qualcheduno vive nelle alte foreste dell’Appennino, piuttosto ché selvaggio, è di origine domestica ed inselvatichito. Bisogna guardarsene bene, perché sono vicino non troppo innocui e piacevoli».