Francesco Nuti svela la sua collezione segreta. "Quadri e disegni dipinti per sé"

Venti opere presto esposte da ‘Lato’ per volontà della famiglia

Francesco Nuti

Francesco Nuti

Prato, 29 giugno 2017 - Una ventina di opere di Francesco Nuti, la gran parte inedite non solo perché sconosciute al grande pubblico ma anche perché finora gelosamente conservate dalla famiglia, dipinte in varie fasi della sua carriera di artista a «tutto tondo» e anche successivi al tremendo incidente domestico del 2006. La ‘Collezione Segreta’ di Nuti sarà esposta dal 13 luglio (fino al 4 agosto e poi ancora dal 28 agosto al 15 settembre) allo spazio Lato di piazza San Marco. A parlarne è il curatore Luca Gambacorti: «Sono stati i familiari, il fratello Giovanni e la figlia Ginevra, a chiedere di mostrare i dipinti e i disegni che vanno dagli anni ’90 fino a poco tempo fa. Sono i momenti salienti del suo percorso artistico, da uno dei primissimi acquerelli, ai dipinti materici, fino agli ultimi crudi e scarni disegni, molto grafici ma anche potenti».

In mostra ci sarà anche, Pinocchia Rosa, primo dipinto di cui Nuti fu veramente soddisfatto, descritto da lui stesso come ‘un quadro terribile. Bello e terribile’. Ma a rendere ancora più segreta la collezione, ci sono i ritratti dedicati ai familiari (al fratello Giovanni e alla nipote Margherita, ndr) e sé stesso: una lastra di metallo, con un orologio che segna le 12, l’ora di nascita, quando tutto è iniziato. L’attore-regista ora 62enne scoprì la pittura a Ostenda, in Belgio, quando nel 1990 Isabella Ferrari gli regalò una scatola di acquerelli e un cavalletto da pittore. Così, un po’ per noia, cominciò a tracciare forme astratte su pezzi di carta.

«Oltre ad alcuni dipinti che furono esposti brevemente nel 2011 all’Opificio Jm – prosegue Gambacorti – la maggioranza dei pezzi, soprattutto i disegni più recenti, non sono mai stati esposti, appartengono alla famiglia e alcuni sono sempre stati conservati a Roma, dove li aveva eseguiti. Alcuni sono bellissimi come la Pinocchia Rosa e a quella Azzurra, denotano una spiccata sensibilità. Nuti è un artista completo, per nulla scontato o banale. Per lui dipingere a un certa punto divenne quasi un’ossessione, non voleva mai esporre. Teneva i quadri in casa a Roma o li regalava agli amici». La pittura diventa il suo segreto, un rifugio nei momenti di tensione, come testimonia l’amico regista Giovanni Veronesi: «A guardare quei dipinti, diretti ad un solo soggetto, si capisce quanto Francesco sia stato, in un periodo della sua vita, concentrato su sé stesso. Quei pinocchi sono lui. Sono tutti Nuti».