Allarme diossina alle Fontanelle: chiuso il piazzale del Palasaccio

Biffoni: «Capire da dove arriva l’inquinamento». Ma i Comitati insorgono

Un incontro alle Badie promosso dai Comitati (ATTALMI)

Un incontro alle Badie promosso dai Comitati (ATTALMI)

Prato, 25 marzo 2017 - «Non metterei mai in discussione quanto emerge dal lavoro dei tecnici di Asl e Arpat, professionisti che lavorano per il bene dei cittadini. E’ importante però individuare la reale causa dei valori anomali di diossine riscontrati nel piazzale Palasaccio. Abbiamo già chiesto ad Asl ulteriori approfondimenti e di poter chiudere in via precauzionale l’area, così da permettere agli organi competenti di fare ulteriori analisi». Questa la risposta del sindaco Matteo Biffoni al Coordinamento dei Comitati per la Salute della Piana di Prato e Pistoia che, in maniera provocatoria, domandava al sindaco se intendesse «assolvere al suo compito di tutela della salute pubblica» in relazione alle concentrazioni di diossine superiori al limite previsto per i terreni ad uso verde pubblico/residenziale riscontrate da Arpat nella frazione di Fontanelle.

Secondo Arpat la diossina non sarebbe causata dall’impianto di Gida, anche se ad oggi non è stata individuata la sorgente inquinante. È proprio su questo punto che insorgono i membri dei Comitati. «Come mai Arpat – si chiede il Comitato - non ha mai fatto indagini conoscitive sulle sorgenti emissive limitrofe che vengono puntualmente tirate in ballo solo quando fa comodo per scagionare l’impianto? A quale modello diffusionale delle ricadute delle emissioni si riferisce per escludere che tale contaminazione sia causata dall’inceneritore di Baciacavallo?

Arpat dove ha pubblicato i rapporti di prova dei campioni prelevati, in modo da consentire ai tecnici dei Comitati di fare le opportune valutazioni scientifiche circa l’origine degli inquinanti? Più volte – ricordano i Comitati – l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale Toscana Emilia ha riscontrato presenza di diossina in campioni di matrici biologiche (ad esempio i polli) prelevati in area di ricaduta di Baciaciavallo e anche nell’ambito della procedura di VIA (Valtuazione di Impatto Ambientale, ndr) per l’impianto di Gida, Arpat ha fatto dei prelievi di suolo nell’area residenziale limitrofa e anche in quel caso i risultati delle analisi si rivelarono superiori al valore limite. Ci chiediamo quindi come Arpat possa sostenere che tale inquinamento non provenga dall’inceneritore se tutti i campioni prelevati nelle vicinanze hanno evidenziato il superamento dei limiti degli inquinanti».