Danno la caparra ma la casa non c’è. Va in prescrizione la truffa a dodici famiglie

Ma l’Appello riconosce la responsabilità degli imputati in vista dei risarcimenti

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Prato, 16 febbraio 2018 -Tutto prescritto. E le dodici parti civili si ritrovano a essere vittime due volte: dei truffatori e di una giustizia lumaca che ci ha messo oltre dieci anni per fare il suo corso. La Corte di Appello di Firenze ha dichiarato prescritte le truffe immobiliari che riguardavano un grosso complesso edilizio in fase di costruzione in viale Borgovalsugana. Tre gli imputati, condannati in primo grado per truffa aggravata, che ora si sono visti decretare la prescrizione dei reati. Il processo si è svolto comunque e i giudici di Appello hanno confermato le responsabilità penale degli imputati in virtù dei risarcimenti del danno che le parti civili potranno chiedere in sede civile.

Una vittoria a metà per i dodici truffati che dopo aver versato le caparre non sono mai entrati in possesso delle chiavi dei terratetti che avrebbero voluto acquistare in viale Borgovalsugana. Il tribunale di Prato aveva condannato nel 2014 Elio Carrabs, alias Elio Giusti, 66 anni (difeso dagli avvocati Federico Febbo e Costanza Malerba) a tre anni e quattro mesi e Patrizia Pelagatti, titolare dell’agenzia immobiliare «Clarissa» di Calenzano, 55 anni e Roberto Pieralli, 66 anni, a un anno e 4 mesi. In primo grado cadde, però, il reato più grave, l’associazione a delinquere, che avrebbe allungato i tempi della prescrizione. Quando si arrivò alla sentenza di primo grado quattro delle truffe contestate erano prescritte in quanto i reati i risalgono al biennio 2006-2007. Secondo l’accusa, i tre promettevano immobili di pregio a prezzi di gran lunga inferiori al valore di mercato basandosi sul rapporto fiduciario che avevano stabilito con i propri clienti. Si facevano dare somme per l’impegno d’acquisto (a volte venivano anche stipulati rogiti nella sede dell’immobiliare di Calenzano) ma quei clienti in casa non ci sono mai entrati.

Ci sono famiglie che avevano versato quasi l’intera somma richiesta, 170mila euro. A volte la stessa casa veniva venduta sulla carta a più acquirenti. «I miei clienti – spiega Olivia Nati, legale di una coppia truffata – sono stati spinti all’acquisto per il rapporto di conoscenza che avevano con gli agenti immobiliari, dei quali si sono fidati. Siamo contenti che la Corte d’Appello abbia confermato la responsabilità penale degli imputati, anche se ai soli fini civili e, per l’effetto, abbia riconosciuto il diritto al risarcimento dei danni in favore dei miei assistiti e delle altre parti lese. Faremo in modo che tale diritto possa trovare piena e concreta soddisfazione». La strada dei risarcimenti sarà lunga e non facile anche perché, nel frattempo, l’immobiliare ha chiuso.