Creaf, indagata l'amministratrice

Claciolari iscritta nel registro degli indagati. L'ipotesi di reato è falso in bilancio

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Prato, 21 ottobre 2016 - La Guardia di Finanza entra nello scatolone vuoto di via Galcianese: il Creaf. Basta nominare la parola per capire che ci sono guai in vista. E questa volta i grattacapi arrivano per l’amministratrice delegata Laura Calciolari (succeduta a Luca Rinfreschi nel 2014), che da ieri risulta iscritta nel registro degli indagati con l’ipotesi di reato di falso in bilancio. Contattata, l’ad non ha voluto rilasciare dichiarazione. Una svolta nell’inchiesta della Procura sull’ex Creaf, cominciata nell’aprile scorso con i sequestri della Finanza – in Provincia e nella sede della società – di una sterminata mole di documenti utili a ricostruire l’intricata vicenda dello sfortunato progetto varato più di undici anni fa, ma che non ha mai visto la luce nonostante i quasi 23 milioni di euro spesi. Ieri la Finanza è entrata nell’immobile di via Galcianese insieme al consulente nominato dal sostituto procuratore Lorenzo Boscagli per un’ispezione. L’obiettivo era verificare lo stato dei luoghi, i lavori eseguiti e, soprattutto, realizzare una stima dell’esatto valore dell’immobile.

Un cambio di rotta nelle indagini in quanto la prima ipotesi di reato – la malversazione – a questo punto è stata messa da parte. Sotto la lente d’ingrandimento della Procura ora c’è il valore dell’immobile, unica garanzia data per il concordato in bianco ammesso dal tribunale civile. Gli investigatori vogliono capire quale sia il valore effettivo della struttura che è stata stimata nel bilancio di previsione del 2015 – a firma dell’amministratrice Calciolari – 20 milioni di euro. Cifra che ha fatto discutere molto e che secondo la Procura non è corretta: secondo le stime l’immobile ha perso almeno cinque milioni di valore di mercato. E’ il motivo per cui Calciolari è stata iscritta nel registro degli indagati con l’accusa di falso in bilancio in quanto la stima dell’immobile sarebbe una prima incongruità nel bilancio 2015. Voce non congrua che avrebbe consentito alla società di andare avanti ed evitare il fallimento. Quello della stima della struttura è un passaggio fondamentale sia per l’indagine penale (che sta valutando i costi dell’acquisto e della ristrutturazione) sia per il concordato. I soggetti creditori della società – in sostanza Provincia e Regione – saranno gli stessi che dovranno votare il concordato accettando le proposte risarcitorie oppure rifiutandole. Peccato che Provincia e Regione siano i due soggetti che in tutti questi anni hanno foraggiato la società con diversi finanziamenti. Si tratta di una trattativa complessa su cui da più parti sono stati accesi i riflettori. Anche la Procura sarà chiamata a esprimere un parere che non sarà comunque vincolante per l’esito della procedura.