Chiude il negozio dopo solo sette mesi. 'Troppi scippi, furti e rapine in centro'

Il titolare dell'Atelier dei sapori: "Non mi sento sicuro"

Tino Calderone ha aperto l’Atelier dei sapori 7 mesi fa

Tino Calderone ha aperto l’Atelier dei sapori 7 mesi fa

Prato, 5 ottobre 2016 - Da Milano era arrivato a Prato con entusiasmo e aveva deciso di scommettere sul centro storico, aprendo un «Atelier dei Sapori» in piazza Duomo. Forno, pasticceria, sosta pranzo con specialità a lievitazione naturale e cibo in strada durante le iniziative serali del Settembre pratese. Adesso, dopo appena sette mesi, a malincuore Tino Calderone dice basta: troppo rischioso. «Il 31 ottobre chiuderò i battenti e tornerò a Milano – spiega il titolare –. In sette mesi ho visto di tutto: spaccio, scippi, degrado e accoltellamenti. Piazza Duomo è una polveriera e non me la sento di continuare così». La scelta che ha preso Calderone è comunque sofferta. «Ero riuscito a costruirmi una clientela che mi apprezzava e, nonostante le brutte frequentazioni della piazza, il lavoro c’era e gli affari non andavano male. Ma non posso continuare a vivere con la paura che un malintenzionato entri in negozio e mi minacci».

Il giorno dell’inaugurazione, a marzo, il titolare era stato «accolto» con una rissa a colpi di coltelli proprio di fronte al panificio. «Stavo finendo di montare il forno quando ho realizzato cosa stesse accadendo, in strada c’erano macchie di sangue». L’arresto per furto avvenuto pochi giorni fa in piazza Duomo è solo l’ultimo episodio di una lunga serie. «Un giorno sì, uno no qui succede qualcosa. Prima o poi ci scapperà il morto, ne sono convinto», commenta il panettiere.

Oltre alla rabbia c’è anche il rammarico, perché Calderone aveva lanciato l’attività con tanti buoni propositi. «Avevo deciso di trasferirmi in Toscana perché è una regione che amo. Sono partito da zero e ho fatto tanti sacrifici, rimettendo a nuovo il locale. Pensavo che Prato fosse la scelta giusta, ma mi sbagliavo. E’ un peccato vedere una città così bella ridotta in questo stato. Quella vissuta qui è comunque un’esperienza che mi porterò dentro per sempre perché ho incontrato persone e clienti per bene che ringrazio». Purtroppo non è bastato per convincere Calderone a restare. Troppe le criticità, troppa la paura che possa accadere qualcosa di grave. E così, alla fine del mese, un’altra attività del centro storico avrà le saracinesche abbassate.