Capitale italiana della cultura, Prato esclusa dalle finaliste

Ecco quali sono le dieci città finaliste: da Parma a Bitonto, da Treviso a Casale Monferrato

L'assessore Simone Mangani (foto Attalmi)

L'assessore Simone Mangani (foto Attalmi)

Prato, 16 gennaio 2018 - Il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo ha annunciato le dieci città finaliste per il titolo Capitale Italiana delle Cultura 2020 scegliendo tra i 31 progetti pervenuti successivamente alle 46 candidature, tra cui anche quella del Comune di Prato che non è rientrata nella fase finale. Le finaliste sono dunque: Agrigento, Bitonto, Casale Monferrato, Macerata, Merano, Nuoro, Parma, Piacenza, Reggio Emilia e Treviso.

La città aggiudicatrice del bando potrà per un anno rappresentare la nuova offerta turistica e culturale italiana, attuando il proprio progetto grazie ad un contributo di 1 milione di euro. Prato aveva presentato la propria candidatura con il progetto “Prato 2020: immaginazione, partecipazione, innovazione”, incentrato sul recupero, la valorizzazione e la reinterpretazione dei luoghi e dei saperi che, nel corso del tempo, le hanno conferito la peculiarità di «laboratorio urbano, sociale, culturale ed economico».

Queste le parole con le quali l’assessore Mangani descrive i tratti salienti della candidatura nell’introduzione al progetto. Progetto che aveva tra i punti focali - oltre ad una articolata programmazione di appuntamenti - la riqualificazione di ex luoghi produttivi (come quella del vecchio ospedale) in luoghi di cultura e spazi di aggregazione. La cultura dunque veniva posta al centro di un nuovo passaggio nel processo di trasformazione della città, di un nuovo modello per la connessione e l’integrazione delle sue numerose componenti, di uno suo nuovo sviluppo economico, sociale, civico.

«Con la partecipazione al bando indetto dal Mibact le città italiane, compresa Prato, hanno l’occasione di far conoscere la loro multiforme ricchezza che nel nostro caso è una ricchezza fatta di patrimonio e istituzioni culturali. In fondo, Prato corre per essere capitale della cultura dal 1964, ovvero da quando il Metastasio fu riaperto dall’allora Sindaco Giovannini e non ha mai smesso se è vero come è vero che il 16 ottobre 2016 il Centro Pecci è stato riconsegnato a tutti». La città vincitrice del bando sarà proclamata il prossimo 16 febbraio a Roma, nell’ambito di una cerimonia pubblica alla presenza del Ministro Dario Franceschini. L’iniziativa, istituita con la Legge Art Bonus per il periodo 2015 – 2018 per valorizzare la progettualità delle candidate italiane a Capitale Europea della Cultura 2019 e divenuta stabile con la Legge di Bilancio 2018, è volta a sostenere e incoraggiare cartelloni di eventi e attività capaci di far recepire in maniera sempre più diffusa il valore della leva culturale per la coesione sociale, l’integrazione, la creatività, l’innovazione, lo sviluppo economico e il benessere individuale e collettivo secondo quanto sancito dall’art. 9 della Costituzione: «La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione» «Ringrazio il PIN-Polo Universitario per l’importante contributo alla redazione del progetto – conclude l’assessore Mangani – impegneremo comunque l’amministrazione e le istituzioni culturali affinché esso possa trovare piena attuazione».