Ragazza accusata di istigazione al suicidio. Chatta con la coetanea e finisce nei guai

Si era finta amministratrice del "Blue whale"

Polizia postale

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Prato, 13 settembre 2017 - Ha millantato di essere una amministratice del «blue whale» aprendo perfino un account twitter per rendere più credibile l’ipotesi. Ha agito con leggerezza e superficialità, senza rendersi conto della gravità di quanto stava facendo. Un gioco che sarebbe durato pochissimi giorni, ma purtroppo tanto è bastato perché una giovane di 13 anni di una cittadina dell’Abruzzo, con la quale l’adolescente pratese era entrata in contatto, iniziasse a manifestare segni di disagio psicologico. E’ a questo punto che la quindicenne, accortasi della fragilità della sua interlocutrice, avrebbe interrotto il gioco, offrendosi come confidente a distanza.

Una situazione complessa e molto delicata, arrivata da qualche settimana sui tavoli della procura dei minori di Firenze, con il procuratore capo Antonio Sangermano che, come anticipa Notizie di Prato, ha ora aperto un fascicolo a carico della quindicenne pratese. La studentessa pratese si è vista notificare un avviso di garanzia con l’ipotesi di reato di istigazione al suicidio. Un’ipotesi inizialmente accostata al fenomeno della «balena blu», il gioco che coinvolge giovani e giovanissimi e che in alcuni casi ha spinto a compiere gesti estremi, come quello di togliersi la vita. Ma dopo i primi riscontri investigativi, pare che il quadro si stia ridimensionando e che l’ombra del «blue whale» stia svanendo, come conferma anche lo stesso Sangermano.

La ragazzina pratese intanto è stata sentita dagli investigatori accompagnata dal suo avvocato Alessanadra Artese. In quella sede avrebbe raccontato di aver aperto l’account solo per curiosità, per vedere quanti coetanei avrebbero risposto. E ha anche chiarito di non essersi mai spinta nell’imposizione delle regole previste dal gioco. Alla tredicenne abruzzese avrebbe semplicemente chiesto di inviarle il disegno di una balena blu, di cui è stata trovata traccia nei telefonini. Poi, una volta accortasi della fragilità della ragazza abruzzese, impaurita da quanto stava succedendo e non sapendo più controllare il gioco, ha cancellato tutto dalla memoria dello smartphone.

Ormai era però troppo tardi perché i genitori della tredicenne non si accorgessero che qualcosa non andava nella loro figlia. Così la famiglia si è rivolta alla polizia presentando denuncia. E per colpa di quel gioco avviato con leggerezza, la quindicenne pratese si è vista recapitare un avviso di garanzia per l’ipotesi di istigazione al suicidio. Il caso resta all’attenzione della procura dei minori di Fienze e sarà valutato anche alla luce delle dichiarazioni rilasciate dall’adolescente. Che quando si è lasciata prendere dall’idea ha sicuramente sottovalutato le possibili conseguenze.