Prato, 18 giugno 2014 - Un pratese di 63 anni è stato condannato ieri dal Tribunale di Prato a una pena di 4 anni e sei mesi di reclusione con la gravissima accusa di violenza sessuale ai danni della nipote di appena sei anni. Il pubblico ministero Antonio Sangermano aveva chiesto una condanna a sei anni di carcere. Il processo si è svolto con rito abbreviato, il che ha comportato la riduzione di un terzo della pena. In aula è anche emerso un particolare shock, che lo stesso magistrato ha chiesto venisse verbalizzato per intero: l'uomo ha raccontato di essersi confessato con un sacerdote, il quale gli avrebbe consigliato di tacere, con parole del calibro "Dio ti perdonerà, ma tu per il momento non dire niente".

Il caso fu reso noto dalla Nazione lo scorso gennaio (clicca qui per vedere l'articolo) e riguarda fatti di pochi mesi fa. Il 63enne pratese, che vive nell'immediata periferia della città, accudiva spesso la nipotina, portandola ia giardini e anche in casa propria, con la completa fiducia della famiglia. Fiducia tradita: in più occasioni l'uomo ha non solo palpeggiato la piccola, per esempio in automobile, ma ha consumato su di lei atti carnali veri e propri. A metà gennaio di quest'anno, però, la madre della piccola rincasò anzitempo, trovando la bambina sul lettone in silenzio e l'uomo in accappatoio. Il giorno dopo la bambina rispose alle domande della madre, spiegando quello che era successo. Allora la donna chiamò la sorella per informarla e quest'ultima, a sua volta, inchiodò il marito alle proprie responsabilità. Dopo qualche giorno il pedofilo si presentò in questura confessando le proprie colpe. Un pentimento tardivo, che non gli evitò l'arresto.

Ieri l'uomo è comparso in tribunale, assistito dall'avvocato Oriana Ottanelli, ed è stato condannato. Al momento non risultano decisioni in merito a un possibile ricorso in appello.

Luca Boldrini