Prato, 1 giugno 2014 - E' morto a 76 anni Romano Conti, nella sua abitazione di Narnali. Era da poco rientrato dall’ennesimo ricovero in ospedale da quando, tre anni fa, una grave forma di leucemia lo costrinse a ripetuti viaggi della speranza a Milano, dai quali rientrava comunque speranzoso. L’ottimismo del resto era la caratteristica di Romano Conti, la cui vita imprenditoriale fu segnata da alti e bassi di straordinarie proporzioni. A cavallo fra gli anni ’80 e ’90 con la Centro Matic accarezzò l’idea di far nascere a Prato una piccola Silicon Valley. In quegli anni in cui Internet e i telefoni cellulari erano ancora lontani e lo stesso fax spuntava timidamente negli uffici, la Centromatic balzò alla ribalta nazionale per la produzione di lettori ottici, strumenti appannaggio di multinazionali come Siemens e che trovarono uno straordinario campo di applicazione nella sanità.

I lettori interpretavano le ricette con le prescrizioni dei farmaci consentendo allo Stato di conoscere in tempo reale le caratteristiche della spesa sanitaria e ponendo un teorico freno agli scandali che all’epoca proliferavano in materia.

Dall’87 Conti visse stagioni di straordinario sviluppo, rendendosi noto in città con la sponsorizzazione del Prato calcio e frequentando le sedi di ministeri e assessorati delle Regioni. Nel ’92 risulterà fra i primi quattro contribuenti di Prato dichiarando oltre un miliardo e duecento milioni di lire e per spostarsi acquistò un piccolo aereo. Finché, a Natale ’92, il primo avviso di garanzia allungò ombre che di lì a poco lo avrebbero portato in carcere a Torino per presunte tangenti sulla fornitura di lettori in Piemonte. Indagini si aprirono anche in Campania, Sicilia e in Toscana per le vicende in cui restarono coinvolti Benelli e Magnolfi.

Tornato a casa, con l’azienda ormai avviata al fallimento, per quattro anni Conti emigrò con la famiglia in Argentina e intanto patteggiò la pena in contumacia, mantenendo la solida amicizia con Arnolfo Biagioli, che lo assunse giovanissimo come magazziniere e lo avrebbe sempre incoraggiato come uomo e come imprenditore. Conti tentò più volte di rilanciarsi in attività imprenditoriali, inseguendo il desiderio di raccontare in un libro la sua movimentata e controversa vita. Ci riuscì nel 2013 con "Prosciutto sugli occhi", titolo polemico contro lo Stato che bloccando lo sviluppo dei lettori ottici, avrebbe in realtà ceduto alle mafie che proliferavano nella sanità.

Per l'opinione pubblica pratese il nome di Romano Conti è legato sopratutto allo sport. Mondo al quale si affacciò nel 1987 quando decise di sponsorizzare il Prato calcio ospitando nella elegante sede della Centromatic a Capalle (fontana all’ingresso, scalinate laterali per raggiungere gli uffici) il raduno della squadra che dopo le improvvise dimissioni di Orrico sarebbe stata affidata a Piero Lenzi. Il marchio Centromatic restò sul petto dei giocatori nelle stagioni più belle dell’era Toccafondi: quell’87-88 (5° posto) e l’anno successivo (promozione sfumata a Reggio all’ultimo turno). Nell’estate ’89 col Prato in ambasce in seguito alle sanzioni Covisoc Conti intavolò una trattativa per acquistare il Prato che lo rese popolarissimo.

Sfumato il calcio, Conti si rivolse al volley portando la vecchia Roberto Colzi Prato a raggiungere l’A1 con il nome Centro Matic, fermandosi ai quarti della corsa scudetto. Con la squadra costretta a emigrare a Firenze e Montecatini per le partite casalinghe stante l’assenza in città di un impianto idoneo, Conti si disse pronto a costruire un palasport di Prato. Ennesimo sogno spezzato dalle vicende giudiziarie.

Lascia la moglie Amedea e tre figlie. La salma è esposta alle cappelle della Misericordia dove domani alle 9.15 si svolgeranno i funerali.