Prato, 24 aprile 2014 - E' inziato oggi il processo per la morte di Franco Lori, il bambino di undici anni deceduto durante una gita in Calvana con la parrocchia di Paperino il 26 giugno 2012.

Il giudice per l'udienza preliminare Angela Fantechi, ha disposto il rinvio a maggio per un difetto di notifica a uno degli imputati. Sotto accusa sono finiti un medico, Paolo Carbonati, e due operatrici, Saba Pignotti e Gianna Barbini, del 118 per i presunti ritardi nelle operazioni di soccorso al ragazzino. Il sostituto procuratore, Lorenzo Gestri, nella richiesta di rinvio a giudizio, ha ipotizzato l’omicidio colposo per tutti e tre.

Presenti all’udienza c’erano i genitori di Franco, Stefania Viani e Stefano Lori, insieme ad alcuni parenti. I familiari del bambino sono assistiti dagli avvocati Fiorentino e Caciolli che hanno annunciato di volersi costituire parte civile ma per avanzare formale richiesta si dovrà attendere l’udienza di maggio.

Le lunghe e complesse indagini, condotte dalla squadra mobile guidata da Francesco Nannucci, e coordinate dal pm Gestri, sono state chiuse lo scorso luglio, a un anno di distanza dal tragico evento. A fine dicembre, invece, è arrivata la richiesta di rinvio a giudizio per i tre operatori perché, secondo l’accusa, Franco sarebbe morto per i ritardi nei soccorsi.

Tra la prima chiamata al 118 da parte di una accompagnatrice alla gita in Calvana e l’arrivo dell’elicottero, è passata circa un’ora e mezzo. Troppo tempo, per la Procura, vista la gravità della situazione, come sarebbe emerso dalle trascrizioni delle telefonate tra l’accompagnatrice e il personale del 118 che in un primo momento aveva inviato un’ambulanza via terra non tenendo conto delle difficoltà per raggiungere un posto così impervio. Nessun addebito, invece, è stato riscontrato a carico di don Carlo Gestri che organizzò la gita in Calvana.