Prato, 17 aprile 2014 - Una vera odissea per fare un elettrocardiogramma, un mese per riuscire a eseguire un esame con dei disagi non indifferenti per un anziano disabile di Vernio. "Tutto è cominciato — racconta Ida, moglie di Luciano Agati, 77 anni, che ci riporta la sua protesta — quando abbiamo portato mio marito al distretto Asl di Vernio per fare un elettrocardiogramma. L’ascensore era rotto, credo sia rimasto fuori uso quasi per un mese; i volontari che ci avevano accompagnato ci hanno detto che non potevano portarlo in braccio per le scale, quindi siamo stati costretti a rinviare l’appuntamento ad altra data".

Seconda tappa: "Venerdì scorso — prosegue la lettrice — ci siamo presentati al secondo appuntamento che ci era stato dato. Ci era toccato Vaiano. Dovevamo presentarci alle 11 ma l’ambulanza che avevo contattato per il trasporto è rimasta imbottigliata nel traffico e siamo arrivati con un leggero ritardo: dieci minuti". "La dottoressa era chiusa nella stanza, quindi abbiamo aspettato e quando è uscita, alle 11,30, ci ha detto in malo modo che eravamo arrivati tardi e che non avrebbe potuto farci passare avanti. Insomma — continua nel suo racconto la signora Ida — i ha negato l’esame nonostante il ritardo fosse molto lieve, senza contare il brutto modo con il quale ci ha risposto".

Terzo e ultimo passaggio della vicenda: "Ci hanno dato un terzo appuntamento per il 29 aprile. Questa volta ci è toccato il Centro Giovannini a Prato... per noi che siamo di Vernio, con la necessità di trasportare un signore anziano e disabile come mio marito a bordo di un mezzo di un’associazione di volontariato, è certamente una scelta disagevole. Speriamo questa volta di riuscire a farcela", conclude la nostra lettrice di Vernio.