Prato, 17 aprile 2014 - Lancire oggetti in campo durante una partita di calcio è sempre un gesto stupido, a maggior ragione nel contesto deprimente di una partita di C2 come Prato-Giacomense del 2010. A quasi quattro anni di distanza da quel fatto un giovane tifoso dell’Ac Prato, all’epoca appena diciottenne, finì nei guai per il lancio di oggetti in campo. Martedì il giudice Massimiliano Signorini l’ha però assolto. Durante l’incontro il ragazzo, insieme a un amico, prese un brick di the freddo svuotato del liquido e riempito invece di pezzi di plastica, ricavati dalle aste delle bandierine distribuite in quell’occasione al Lungobisenzio. In questo modo il contenitore sarebbe stato sufficientemente pesante per essere scagliato dalla tribuna e buttato in campo. Il fatto, però, non sfuggì alle telecamere di sorveglianza installate all’interno dello stadio.  I due così furono identificati.

Uno dei due ragazzi coinvolti ha patteggiato da tempo, mentre il 18enne preferì andare avanti con il caso, che è dunque approdato in aula per il dibattimento. Il pubblico ministero aveva chiesto otto mesi di condanna, mentre il difensore d’ufficio dell’imputato, l’avvocato Veronica Menchi, aveva chiesto l’assoluzione sostenendo che l’oggetto non era atto a offendere e che non c’erano elementi per parlare di pericolo concreto, necessari per sostenere l’accusa che gli era stata mossa: il lancio di materiale pericoloso nell’ambito di manifestazioni sportive.