Prato, 16 aprile 2014 - Progressiva accelerazione del recupero dell’export pratese nel corso del 2013 e buoni risultati dal confronto con gli altri territori: è questo il senso dell’approfondimento condotto congiuntamente dagli Uffici Studi delle Confindustrie di Pistoia e Prato sui dati dell’export dello scorso anno, sia in chiave comparativa che temporale.

I valori esportati da Prato nel 2013 hanno eguagliato quelli del 2012 (-0,1%) ma l’aspetto da rimarcare è la progressiva accelerazione del recupero: l’ultimo trimestre del 2013 ha messo a segno un +10,5% tendenziale che ha collocato la nostra provincia tra quelle nazionali più vivaci (21 posto su 107, prima provincia toscana) in questa fase finale dell’anno.

In una prospettiva più lunga lo studio mostra come l’export pratese si sia sostanzialmente riportato nel 2013 sui livelli precedenti alla crisi globale 2008-09 con un andamento a “doppia V”: recupero nel 2010-11, caduta nel 2012 e nella prima parte del 2013, nuovo recupero.

Un originale lavoro econometrico di tipizzazione dei comportamenti all’export delle province italiane negli anni della “doppia crisi”, colloca Prato e Pistoia nel cluster “mediano” delle performance, tra il gruppo più debole (che non mostra segni di reale recupero nel 2013) e quello migliore (che non registra cadute neppure nel 2012).

Per quanto riguarda le famiglie di prodotti, i contributi positivi più rilevanti all’export pratese del 2013 sono venuti dalle “altre macchine per impieghi speciali” (categoria che comprende il meccanotessile) con un +21,4% rispetto al 2012, dalla maglieria +10%, dai filati +3,6%, dagli altri prodotti tessili (tessuti speciali e a maglia) +7,4%. I tessuti ortogonali - la categoria quantitativamente più importante - hanno invece registrato un altro anno di flessione (-6%).

Per quanto riguarda i mercati, quello dell’Unione Europea nel 2013 registra una variazione negativa pari a -2,5% ma con un forte recupero rispetto al -9,9% accusato nel primo semestre; da evidenziare l’aumento annuo dell’export verso la Germania (+5,7%, il mercato più importante per Prato con una quota del 16,4% sul totale). Per i mercati extra Unione Europea la variazione complessiva è positiva, +4,2% (ben superiore alla media italiana,+ 1,3%); da segnalare, infine, il +13,5 degli Usa e il +11,9% del Giappone, risultati ottenuti nonostante la estrema debolezza di dollaro e yen rispetto all’euro.

Per Andrea Tempestini, Vicepresidente dell’Unione Industriale Pratese con delega al Centro Studi, “L’analisi che abbiamo condotto ricorda che il sistema manifatturiero pratese di questi ultimi anni ha dovuto incassare due grandi crisi di domanda, ma evidenzia che sa rispondere ancora bene ai mercati internazionali che ripartono. Prato c’è, e chiede a tutte le forze locali il massimo impegno per sostenere il rilancio. Di certo dipende anche dalle condizioni di contesto, in particolare da vere e decisive riforme nazionali e da un’Europa capace di ribilanciarsi profondamente. La Presidenza dell’Unione ha fatto e ancora di più cercherà di fare, in tutte le direzioni”.