Prato, 28 marzo 2014

di LEONARDO BIAGIOTTI

ROBERTO CENNI si ricandida. Cinque anni dopo aver deciso di intraprendere la carriera politica, alla fine di marzo del 2009, ha sciolto finalmente la riserva sul tentativo di riconquistare il Comune. Ieri sera lo ha comunicato ai promotori della sua lista civica, quelli che dovranno essere, insieme a lui, i difensori di Prato contro l'aeroporto, la città metropolitana e in generale la politica Firenzecentrica di Rossi e Renzi che, secondo Cenni, finirà per schiacciare anche Biffoni al di là delle parole per Prato del candidato del centrosinistra.

La volata verso il Comune, insomma, è già (ri)partita.

Cosa l'ha convinta a candidarsi dopo mesi di incertezza?

«Qualche settimana fa avevo detto che sarebbe stato importante un impegno civico dopo l'esperienza di cinque anni di governo perché ci troviamo di fronte a scelte difficili dalle quali dipende il futuro di Prato e che mi preoccupano molto. Ho avuto la risposta che volevo».

Ovvero?

«Quando ero malato, la settimana scorsa, sono stati depositati tutti gli atti per la lista civica (Prato con Cenni, ndr). Un gesto che mi ha messo di fronte ad una responsabilità precisa perché ho avuto una risposta immediata, vicina, calorosa ed efficiente che mi ha fatto capire che toccava anche a me dare il mio apporto, che ha stimolato la voglia di andare avanti. Inoltre la visita dal presidente Napolitano mi ha fatto capire che abbiamo un appoggio importante, così alla fine ho deciso di ricandidarmi, anche perché sembrava quasi che volessi fare il prezioso quando non è mai stato così. Anzi, sono grato ed emozionato per il calore ricevuto e per il sostegno di quei pariti che mi hanno indicato come candidato».

Perché ha aspettato tanto?

«Volevo capire gli indirizzi dei partiti, che negli anni sono cambiati. C'è voluto del tempo. Adesso il quadro mi sembra chiaro e quindi è il momento di ritentare con un'alleanza fatta per governare e non pensata solo per vincere. Con me voglio persone che sono convinte di dover andare in una direzione, non chi valuta se è meglio l'uno o l'altro candidato in una specie di diatriba».

Si riferisce agli ultimatum di Ncd?

«Con Ncd pensavo di aver chiarito, poi sono arrivati ultimatum di fronte a situazioni che non pensavo dovessero essere ancora spiegate. Ho visto La Vigna in Comune e mi ha detto che stanno cercando accordi con liste civiche».

Dunque Ncd non la sosterrà?

«No, penso che non siano con me, ma sono sereno, meglio saperlo prima che dopo. Ho vissuto cinque anni con alcune persone che hanno cominciato da una parte e hanno finito dall'altra: chi era deluso doveva dimettersi».

Quali saranno le battaglie che porterà avanti se sarà di nuovo eletto?

«Sono quelle per le quali ho deciso di ricandidarmi. Prima di tutto l'aeroporto. Così come è concepito porterà su Prato un aereo ogni 4 minuti. Credo che il progetto sia caratterizzato da una violenza e una stupidità amministrativa incredibili. Renzi vuole farlo a tutti i costi mentre Rossi ha rimesso tutto nelle mani della nuova proprietà Adf, come se un proprietario terriero dovesse decidere la politica urbanistica. Mi sembra assurdo e mi preoccupa l'atteggiamento del Pd: a Prato è contrario ma poi in Regione tutti i consiglieri hanno votato per la nuova pista tranne Mattei. Ecco perché serve l'impegno dei cittadini».

A Firenze nascerà anche la città metropolitana. Lei che cosa farà?

«Ncd mi aveva chiesto un ripensamento della mia posizione, ma nessuno mi convincerà a fare di Prato la periferia della periferia della periferia di Firenze. Piuttosto qual è la posizione del Pd? In tanti mi sembrano pronti a dire di sì...».

L'inchiesta Sasch ha pesato sulla sua indecisione? E che ruolo potrebbeavere nei prossimi mesi?

«Mi sono sempre rifiutato di rispondere su questo argomento perché il luogo giusto dove affrontarlo è il tribunale, anche se in certi momenti è stato difficile tacere perché sembravamo la banda bassotti. Credo che tutto quello che è venuto fuori dimostri che un po' di dubbi ci possano essere. Io sono sicuro del comportamento tenuto da tutte le famiglie coinvolte nelle società del gruppo e l'unica cosa giusta da fare è rispondere in tribunale, anche se misure come il sequestro dell'indennità o dei soldi di mio figlio piccolo destano meraviglia».

Lei un anno fa, quando manifestò i primi dubbi sulla ricandidatura, disse di non essere sicuro di avere la forza per affrontare un eventuale secondo mandato con lo stesso entusiasmo del primo. Adesso cosa è cambiato?

«Adesso sono sicuro che non c'è il rischio di afflosciarsi perché le sfide che dobbiamo affrontare sono più difficili e decisive di quelle del 2009. Il fatto di non essere solo e di avere al fianco anche una lista civica, poi, dà una spinta in più».

Cosa pensa del suo avversario principale, il candidato del centrosinistra Matteo Biffoni?

«Mi preoccupa soprattutto che sia renziano ed espressione del renzismo, ovvero di una politica Firenzecentrica, quella del premier, che è dannosa per tutta la Toscana. Basta pensare a quanti soldi riceve Firenze per la sanità e al nostro ospedale... Nel Pd si parla tanto di attenzione a Prato e poi si vota l'aeroporto. Non vorrei che Renzi si comportasse come con Letta, che anche a me dicesse 'Stai sereno Roberto'...».

Che voto si darebbe per questo mandato?

«Preferisco darlo alla giunta, un 8 pieno. Tra l'altro siamo gli unici in Italia a non aver cambiato nemmeno un assessore».

Qual è stata la delusione più grande?

«Dover lottare con un sistema fatto di burocrazia e regole che legano le mani. Va assolutamente modificato».

Quale sarà il suo slogan?

«Semplice: Forza Prato»