Prato, 26 novembre 2013 - Gli studenti pratesi potranno comunque parlare cinese. Il nuovo liceo Scientifico Internazionale infatti, che sarà attivato a partire dal prossimo anno scolastico al Convitto Cicognini, prevede un focus su due lingue straniere: l'inglese e una lingua extraeuropea.

Nel caso di Prato, proprio il cinese. Ricapitolando, nei giorni scorsi i Giovani Democratici avevano chiesto alla Provincia l'inserimento del cinese nei due licei linguistici della città, Livi e Copernico, come terza lingua curriculare. Mentre la Provincia valutava la fattibilità della cosa, erano sorte polemiche e due schieramenti. Quello del “sì, il cinese serve ai nostri ragazzi per il futuro” e quello del “no grazie, che siano i cinesi ad imparare l'italiano”.

Era arrivato poi anche il parere positivo dei presidi del Livi e del Copernico, ma la questione è ancora in via d'approvazione all'interno del Copernico. Il prossimo anno però, anche se la cosa non dovesse andare in porto, i ragazzi potranno comunque studiare il cinese. “Da più di un anno lavoriamo con gli insegnanti per dare una spolverata al Convitto, pensando a un nuovo indirizzo, più “internazionale”– spiega il
reggente del Convitto, Mario di Carlo – Siamo arrivati quindi a valutare il modello dello scientifico internazionale. Ci sono le basi matematiche/scientifiche di uno scientifico tradizionale, che però dà la
possibilità ai ragazzi di studiare approfonditamente più lingue, di cui una extraeuropea. Nel nostro caso ci siamo orientati sull'inglese e sul cinese, viste le caratteristiche del territorio”.

Chi il prossimo anno sceglierà questo liceo, studierà non solo la grammatica, la cultura e la lingua cinese, ma anche una materia veicolata in questa lingua, proprio come accade al Liceo Europeo per il francese o
l'inglese.“Non è il cinese di un linguistico. Verrà insegnato in modo intensivo, da parte di insegnanti italiani laureati in lingue orientali in facoltà importanti, come “L'orientale” di Napoli o Trieste, ma anche di madrelingua cinesi.

Tutti rientrano in specifiche graduatorie” continua. Insomma, una bella novità, che nasce dal successo dello Scientifico internazionale, un modello di scuola diffuso in tutta Italia, da Roma a Arezzo, da Bologna a Taranto. “A Prato, che si insegni il cinese, è il minimo. Non si insegna il cinese per i cinesi, ma il cinese per gli italiani. Diamo ai ragazzi uno strumento in più per la loro carriera lavorativa – continua il preside – Oltretutto, in una società come la nostra, praticamente bilingue, è fondamentale per avere integrazione e dialogo che le due culture si conoscano a vicenda”.

La didattica si distribuisce in 34 ore il primo anno, 32 il secondo, poi 35 in terza, quarta e quinta. Alla fine del percorso di studi i ragazzi avranno un riconoscimento formale del titolo di studio rilasciato dalle competenti Autorità cinesi. Le materie previste sono quelle di uno scientifico con l'aggiunta di lingua e letteratura cinese, che si articolerà in 7 ore il primo anno, e in 5 ore i conseguenti 4 anni. In più a queste 7 ore, alcune ore di materie come scienze o storia e geografia saranno veicolate in lingua cinese.