Gentilissimo direttore,

Ho seguìto fin dall'inizio (estate 2012) con grande interesse la simpatica iniziativa della nostra Azienda sanitaria, che invitava tutta la popolazione della Provincia, a proporre sul sito dell' Asl, in specifica finestra, ([email protected]) un nome per il nuovo ospedale di Prato ubicato per l'appunto nel mio paese, Galciana.

L'interesse di cui ho accennato era altresì accresciuto in me dal fatto che era stato dato alle stampe da poco tempo (settembre 2012), per iniziativa della Pro Loco di Galciana, un agile volume sulla storia del paese, scritto dall'avvocato Gabriele Badiani, alla cui realizzazione avevo anch'io fattivamente collaborato.

E proprio studiando il nostro territorio era emerso che il terreno dove ci si apprestava a costruire così rapidamente il nuovo nosocomio, era fin dai tempi antichi, denominato "Il Cembalo", fors'anche (tralasciando le altre ipotesi) per un terreno appartenuto a quell'importante e geniale pratese del secolo XV, che fu l'organaro Matteo degli Organi, al quale - come si sa - fu intitolata la via principale di Galciana, paese dal quale era forse originaria la sua famiglia.

Pertanto il sottoscritto non mise, come si dice, tempo in mezzo e nell'agosto 2012, scrisse- dirigendola all'apposito sito dell'Asl- la proposta "del Cembalo", non senza dimenticare di allegare un' adeguata illustrazione. Appresi poi che successivamente anche la Pro Loco di Galciana, nella persona del suo presidente Sauro Bessi, e poi di altri compaesani, aveva inoltrata la stessa proposta all'Azienda sanitaria, interessando anche la Circoscrizione Ovest. E del resto la nuova importante struttura non è stata ospitata sui terreni del nostro paese, terreni che proprio dai lavori per l'ospedale avevano voluto far riemergere, dopo duemila anni, le loro antichissime origini con la scoperta di ben tre fornaci romane?

Intanto sui giornali locali comparivano altre proposte in qualche caso molto ragionevoli (almeno dal mio punto di vista) e prive - diciamo così - di insormontabili 'controindicazioni', proposte che i cittadini pratesi inviavano - pensiamo - fiduciosi e partecipi.

Tuttavia dagli articoli apparsi in tempi più recenti nella cronaca locale, si capiva che i reponsabili dell'iniziativa, non erano molto entusiasti dei vari suggerimenti. E in ultimo, su "La Nazione" del 20 luglio, in un articolo firmato e intitolato: "Nuovo ospedale di Prato. Il nome fa già discutere"), leggo quello che già paventavo. E cioè che la nostra proposta veniva senz'altro spazzata via - pur senza indicarne le ragioni: "Abbiamo scartato anche la soluzione 'Cembalo', legata alla toponomastica locale". Ci siamo però consolati , apprendendo che anche tutte le altre proposte erano state parimenti respinte dal momento che delle "99 proposte pervenute" nessuna appariva ai responsabili "significativa".

Quale soluzione è stata allora scelta?

Si è deciso che il nuovo ospedale di Prato si denominasse così, cito testualmente: "Nuovo ospedale di Prato".

Forse però - lo spero - non è ancora stata detta l'ultima parola, e un ripensamento è ora sentito come necessario dalla stessa Amministrazione ospedaliera, come si può leggere anche ne "La Nazione" di oggi 16 ottobre. Forse una delle proposte sinora avanzate ("Santo Stefano" (Pistoia ha intitolato l'ospedale gemello "Sant'Jacopo"), o "Filippino Lippi" o "Curzio Malaparte" , o "del Sacro Cingolo", ecc.), anche se non da tutti condivisa, potrebbe meglio intonarsi con la nuova struttura e liberarla da una indeterminatezza in fin dei conti davvero poco lusinghiera..

Io comunque torno a proporre con forza la denominazione"del Cembalo" , una scelta che fra l'altro renderebbe omaggio a Galciana - paese oberato oggi da tanti problemi e messo in crisi dai troppi massicci insediamenti- che si vedrebbe così, per così dire, 'ripagato' delle non poche difficoltà e criticità nate anche dalla costruzione del nosocomio, a cominciare dai problemi viari. Chissà...

Prof. Emilio Bogani