Prato, 27 luglio 2013- "Sicuramente il Comune di Prato non chiederà di entrare nella città metropolitana di Firenze. Farlo vorrebbe dire sacrificare funzioni importanti come pianificazione urbanistica e strumenti di controllo come la Questura". Questa la posizione del sindaco Roberto Cenni rispetto al ddl approvato ieri che evita il forzoso accorpamento di Prato con il capoluogo fiorentino ma riduce drasticamente i poteri delle Province.

Nel complesso Cenni giudica il decreto legge come una scelta 'a metà' che non risolve le doppie funzioni che si intrecciano fra i vari livelli istituzionali con il conseguente spreco sia di risorse economiche e di tempo. "E’ una sorta di specchietto per le allodole - aggiunge Cenni - Si sceglie di depotenziare le province non specificando come saranno separate le funzioni tra i vari enti".

Il depotenziamento delle province preoccupa anche i sindaci dei comuni medicei e di Montemurlo soprattutto per quei servizi che sono considerati fondamentali come il controllo del rischio idraulico, le strade, i trasporti pubblici e che fino a oggi sono stati di competenza della Provincia.


"Si passa da un decreto anticostituzionale all’altro - dice il sindaco di Montemurlo, Mauro Lorenzini - Mi sembra che si navighi a vista senza sapere bene dove andare. I servizi che fine faranno? A Montemurlo c’è una scuola superiore, il Brunelleschi, ma di certo il Comune non può permettersi di mandarlo avanti. Ero e rimango a favore dell’area metropolitana Firenze-Prato-Pistoia. E’ l’unico modo di dare risposte ai cittadini e sperare nello sviluppo, ad esempio, attraverso le infrastrutture. Nell’Ottocento Napoleone divise la Toscana in tre parti: era più avanti di noi. Da tempo abbiamo aperto un dialogo con Agliana, Quarrata e Montale per trovare un’intesa: sono territori omogenei anche se diversi. Se vogliamo pensare in termini di sviluppo bisogna unirsi. Dobbiamo restare attaccati ai campanili medievali per avere la scritta ‘PO’ sulle targhe delle auto? E intanto Scandicci ha una tramvia che la unisce con Firenze, mentre Prato non ce l’ha. Per me i montemurlesi devono avere gli stessi diritti dei fiorentini in termini di soldi e finanziamenti europei. Le infrastrutture sono la scelta vincente altrimenti creiamo un’Italia a due velocità".


Dello stesso avviso il sindaco di Carmignano, Doriano Cirri. "Dobbiamo pensare - dice - a un’espressione metropolitana e non fossilizzarci su un’area piccola come la nostra: i problemi oggi vanno affrontati in area vasta. Il ritorno con Firenze? Da un punto di vista turistico sarebbe la soluzione migliore ma per la gestione dei servizi diventerebbe problematico".

"I Comuni - aggiunge Marco Martini, sindaco di Poggio - devono avere certezze soprattutto per il ruolo che hanno avuto oggi le province nella gestione di servizi basilari: guai se questi servizi venissero meno o ci fosse incertezza sui ruoli. La nostra posizione deve essere quella di associare più servizi possibili fra i comuni per ridurre la spesa, pur mantenendo l’autonomia".

Sul fronte della Val di Bisenzio, la notizia è stata appresa con scetticismo, ma anche con "soddisfazione – ha detto il primo cittadino di Vernio, Paolo Cecconi – poiché Prato ha salvaguardato la propria autonomia".
 

È apparsa, invece, dubbiosa il sindaco di Vaiano, Annalisa Marchi. "Mi sembra - ha detto - che si stia operando a colpi di spada: tagliando un po’ qua è un po’ là, senza una riorganizzazione complessiva di tutti gli enti. Non si tratta di una riforma pensata per dare ordine e semplificare. A chi andranno le deleghe delle scuole e delle strade? La riforma mi rende dubbiosa, soprattutto in un’ottica di una possibile fusione dei tre comuni".


Per il sindaco di Cantagallo, Ilaria Bugetti, infine "bisognerà capire come sarà inquadrato l’ente intermedio fra Regione e Comuni. Il problema non sarà legato ai costi, bensì ai servizi e al passaggio delle deleghe. Sarà un iter complesso".
 

 

hanno collaborato
Laura Natoli
Monica Bianconi
Nicola Picconi                                                                                                                                                          Maria Serena Quercioli