Prato, 3 luglio 2013-UN PEZZO di storia che se ne va. Banca Popolare di Vicenza ha avviato la procedura di chiusura del monte dei pegni, lo sportello al quale si depositano oggetti preziosi ricevendo in cambio somme di denaro. restituendo le quali entro il periodo fissato è possibile tornare in possesso del bene impegnato. Lo sportello chiuderà i battenti il 31 dicembre prossimo, ma dall’altro ieri è stata attivata la procedura che porterà alla soppressione del servizio.
Entro tre mesi chi ha in corso il deposito di beni in pegno potrà chiederne il rinnovo, mentre con il nuovo anno saranno indette cinque aste per la vendita al migliore offerente dei beni che saranno rimasti in giacenza. Il ricavato andrà a compensazione dei debiti maturati verso la banca da chi ha depositato i oggetti in pegno. Intanto, Banca Popolare di Vicenza ha inviato a quanti hanno depositato beni in pegno una raccomandata avvisandoli della prossima soppressione del servizio che per decenni è stato effettuato da via del Porcellatico, vicolo sul retro del palazzo Pretorio dov’era possibile operare in riservatezza.
 

Servizio che una normativa datata e ormai obsoleta (la materia è disciplinata da un regio decreto del 1939), l’aggravamento delle procedure introdotte dalle recenti norme sull’antiriciclaggio e il proliferare dei negozio «Compro» oro ha reso una sorta di residuo del passato che ha protratto (in maniera sempre più tenue in verità) la propria funzione nel terzo millennio.
Da Bpvi si fa sapere che il numero dei debitori che continuano a rivolgersi al monte dei pegni è assai esiguo anche se non comunicato nella precisa entità con l’improbabile motivazione di «tutelare la privacy».
Vero è che i 'Compro oro' oggi proliferati in ogni città consegnano denaro in cambio di oggetti preziosi, per lo più di affezione, ma è vero che anche che che il vecchio monte dei pegni consente di tornare materialmente in possesso della catenina, del bracciale, dell’anello che si è offerto come garanzia di un prestito di denaro.
 

A LAMENTARLO è Adiconsum che in un comunicato segnala la perdita di un servizio che consente "a chi si trovi in temporanea difficoltà finanziarie di disporre di somme di denaro a tassi contenuti e con la possibilità di riscatto alla scadenza, fattore importante dato il valore affettivo degli oggetti impegnati". Rivolgendosi ai 'Compro oro' - fa notare l’associazione - gli stessi beni verranno venduti senza possibilità di tornarne in possesso.
"Era proprio necessario chiudere questo servizio ed in questo particolare momento?", si chiede l’associazione dei consumatori che fa capo alla Cisl, facendo appello a Comune, Provincia, Prefettura, Camera di commercio affinché facciano pressioni per non interrompere il servizio.
 

L’ATTIVITÀ di monte dei pegni è storicamente legata alla vicenda delle Casse di Risparmio ma non appartiene alla tradizione delle banche popolari quali appunto quella di Vicenza, che dal 2011 ha incorporato CariPrato. Il servizio pegni resta attivo a Firenze e Pistoia presso le locali Casse di Risparmio. La soppressione dello sportello, cui sono dedicati due impiegati non comporterà riduzione di personale presso Bpvi: i due elementi che già espletano anche anche altri servizi resteranno all’interno della struttura.