Prato, 27 giugno 2013 - COSA SIGNIFICA VIAGGIARE QUANDO SI È DISABILI? Per molti vuol dire fronteggiare di volta in volta un numero elevato di problemi e di barriere architettoniche. È questo sentimento che ha portato Stefano Ciatti, radiologo di Prato, a riflettere su una forma di turismo «che ci permetta di non sentirci disabili, ma uguali a tutti gli altri». Ciatti ne parlerà questo sabato insieme a ospiti di rilevanza internazionale nel convegno "{{WIKILINK}}Turismo disabile{{/WIKILINK}}: dalla riabilitazione alla qualità di vita" ospitato da Casa di Marta, via Pistoiese 613/2. Interverranno, tra gli altri, il vicepresidente di Equality Italia, Simona Zucchetti, il neurologo consulente della clinica Vintersol di Tenerife, Alvarez Gonzales Lazaro Manuel, e i primari della Asl 4 Prato Marco Armellini (Neuropsichiatria), Bruna Lombardi (Fisiatria) e Pasquale Palumbo (Neurologia).


Ciatti ha avuto l'ispirazione dopo un viaggio a Tenerife nella clinica Vintersol, molto più all'avanguardia rispetto all'Italia grazie ai fondi europei previsti dal Trattato di Amsterdam per un turismo aperto a tutti. «Ogni anno, i turisti disabili che atterranno all'aeroporto di Firenze sono appena lo 0,4% dei turisti totali – sottolinea Ciatti – poi, per muoversi, un taxi dev'essere prenotato almeno 35 ore prima con una cauzione di 35 euro».


Spesso la domanda che tutti si pongono rispetto al turismo disabile è: quanto costerebbe alle tasche dello Stato? Eppure, ribatte Ciatti, «a Tenerife non hanno tirato fuori nemmeno un euro. Lo sbaglio è pensare che il turismo disabile sia un costo piuttosto che una fonte di guadagno. In Germania si ritiene che il turismo disabile potrebbe addirittura creare 90mila posti di lavoro, una buona notizia in questo momento di crisi, eppura l'Italia è sorda non solo a questa opportunità, ma anche alle nostre esigenze».


Provando a cercare su internet, i siti di hotel che forniscono informazioni complete sui servizi per disabili sono una minoranza. Così diversi portali (come disabili.com o turismosenzabarriere.it) si sono organizzati autonomamente per fornire un servizio a chi ha problemi di mobilità. «È umiliante arrivare in hotel e sentirsi dire che non ci sono le strutture adatte per accoglierti» sottolinea Ciatti.

E poi c'è il problema delle normative (incluse quelle sugli incendi), poco rispettate, che riguardano sia gli hotel che i negozi. «Come possiamo sperare che la nostra diventi una città accessibile quando il solo fatto di mettere uno scivolo davanti a un negozio obbligherebbe il commerciante a pagare per occupazione di suolo pubblico?» conclude Ciatti, parlando proprio di Prato.