Prato, 21 giugno 2013 - «L’HO TENUTO su Facebook per un quarto d’ora. Poi l’ho cancellato. E per me sarebbe finita lì. Quando sono andata alla tastiera avevo in corpo tutta la rabbia del mondo. Mi sentivo anch’io violata assieme a Giulia e ai miei genitori, le cose più importanti che ho. E ho pensato che tante volte Bianca la mia bambina di due anni sta in quella casa con loro. E ho immaginato cosa avrebbe potuto succedere. Ho scritto con la rabbia che avevo in corpo e mi sono pentita quasi subito cancellando tutto Ma qualcuno evidentemente ha fotografato la pagina e l’ha diffusa».

{{WIKILINK}}Caterina Marini{{/WIKILINK}}, ingegnere, sposata, madre di una bimba di due anni, consigliere del Pd alla circoscrizione centro e membro della segreteria del partito (da cui diversi giovani hanno dato le dimissioni) è il ritratto della costernazione. Si rende conto di averla fatta grossa e di pagarne il prezzo. Ma mantiene le proprie idee.

Lei si scusa. Ma è tardi.
«Mi scuso con tutti, mi sono subito pentita, ma ho agito di getto. Non è ammissibile che si venga violati in casa in quel modo. E dobbiamo ringraziare il cielo se non è accaduto di peggio».

Le parole però sono forti. E lei descrive il ladro come «magrebino», mentre sua sorella lo identifica come europeo.
«Ripeto: ho scritto presa da concitazione e rabbia, sulle impressioni che avevo raccolto sul momento. Comunque credo che sicurezza e immigrazione siano due temi fortemente connessi. Non è sempre vera l’equazione che l’illegalità sia frutto degli immigrazione, ma spesso è così, non si può negarlo».

Il Pd è contrario al razzismo.
«E anch’io lo sono. E sono da tutta la vita di sinistra. Però non si può disconoscere che il partito sia stato morbido su questo tema, oscillante fra bastone e carota, fra comprensione e rispetto delle leggi. Vorrei sapere come si comporterebbero i nostri dirigenti se venissero colpiti come è successo a me. Però. ci vorrebbe più fermezza. E non lo penso da oggi che mi sono sentita colpita negli affetti più cari».

E se il ladro non fosse immigrato?
«Lo maledirei come ladro italiano. Certo, ho sbagliato a inveire contro gli stranieri, ma non mettiamo la testa sotto la sabbia».

In che senso?
«Il problema del nostro tempo è la sicurezza che abbiamo perduto. Un ladro è un ladro. In secondo luogo ha un’origine, una provenienza, una razza».

Il Pd la ritiene esclusa.
«Ho detto a Ilaria di fare quel che deve fare. Chiedo scusa a chi si è sentito offeso dalle mie frasi. Appartengono solo a quell’attimo di dolore, credo comprensibile da tutti. Anche da chi ha ritenuto giusto renderlo pubblico e adesso mi sta facendo soffrire per giudizi che non credo di meritare».

di p.c.